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Polverosi: “Tre gol all’Inter in un tempo: impresa Conceicao. Così è nata la rimonta Milan”

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Il Milan vince la Supercoppa Italiana, l’Inter perde in rimonta: ecco il commento di Alberto Polverosi, affidato al Corriere dello Sport
Alessandro Cosattini Redattore 
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Il Milan vince la Supercoppa Italiana, l’Inter perde in rimonta (qui le pagelle del direttore Mari). Ecco il commento di Alberto Polverosi, affidato al Corriere dello Sport: “In Portogallo lo chiameranno mister “reviravolta”, da noi mister rimonta. Una volta ci può stare, anche se era la sua prima volta, segnare due gol alla Juve partendo da un gol sotto è possibile, la Juve è una squadra povera dentro, ma farne tre all’Inter, partendo da due gol sotto, questa sì è un’impresa, la prima impresa italiana di Sergio Conceiçao. Che ha vinto la Supercoppa e trasformato la squadra recuperando al loro massimo livello due giocatori fondamentali, Theo Hernandez (gol su punizione e assist) e Rafa Leao, entrato in questa finale con la furia di un ciclone, travolgendo tutto e tutti. 

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La partita è felicemente scoppiata nella ripresa, quando l’Inter ha segnato il 2-0 e forse ha pensato di avere già in tasca la sua nona Supercoppa, la quarta di fila. È stato a quel punto che il portoghese Conceiçao ha messo dentro il portoghese Leao e ha ripreso la partita. La Supercoppa che va al Milan porta un’aria nuova nel calcio italiano. Ci parla di un’Inter che si può fermare e della sua grande rivale che è in ripresa, quanto meno sul piano del carattere, del morale, dell’autorevolezza e della fiducia. È davvero una squadra in...rimonta, sa di aver perso troppo tempo e ora lo vuole recuperare. Aveva bisogno di una partita così (per la verità, due tempi così, il secondo sia con la Juve che con l’Inter) per credere di nuovo in se stessa. In campionato vedremo la riprova. 


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Era partita sotto voce questa sfida. I derby non si giocano, si vincono, come le finali. Alla vigilia lo hanno ripetuto tutti quanti e così tante volte che Inter e Milan l’hanno preso alla lettera per quasi tutto il primo tempo. Nel freddo stadio arabo (freddo in tutti i sensi: immaginate cosa sarebbe stata questa Supercoppa/finale/derby nella sua casa naturale, San Siro), il pensiero dominante delle due squadre è stato quello di non farsi sorprendere. In ogni caso il Milan in questi pochi giorni di Conceiçao ha fatto capire anche in quel primo tempo di aver alzato il proprio livello di autorevolezza. Il nuovo allenatore si era preoccupato soprattutto dell’Inter e per questa ragione aveva sdoppiato Jimenez, quinto difensore a destra quando la palla era dei nerazzurri, secondo attaccante al fianco di Morata quando la palla era dei rossoneri. L’Inter aveva provato all’inizio con i cambi gioco, trovando però notevoli e impreviste difficoltà a costruire la sua solita manovra. La conseguenza dei due accorti atteggiamenti è stata una sola vera occasione per parte nei primi 45'. Ma al 46', all’ultimo secondo del recupero, il Milan ha incassato un gol che avrà mandato su tutte le furie Conceiçao, un gol nato da una palla rimessa rapidissimamente con le mani da Dimarco dopo un passaggio sbagliato di Jimenez, la difesa rossonera non c’era, solo Tomori e Thiaw contro tre interisti, ha condotto Mkhitaryan, ha rifinito Taremi, ha segnato Lautaro Martinez. Prendere un gol così, in una finale che non si gioca ma si vince, fa impazzire. Quasi come in occasione del 2-0, quando è bastato un lancio di De Vrij per spalancare la difesa rossonera, malmessa anche in quella situazione, e consentire a Taremi di segnare un gol bellissimo.

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Se a fine primo tempo c’era tornato in mente il derby del giorno precedente, quello dell’Olimpico, che per spettacolo, intensità, ritmo, agonismo vero (forse anche troppo) si era fatto di gran lunga preferire a questo di Riyad, nel secondo tempo è cambiata tutta la scena. Grande calcio, una serie infinita di occasioni di qua e di là, il Milan che ha chiuso (e vinto) con Pulisic, Morata, Abraham e Leao, quattro attaccanti veri. Mister reviravolta è partito alla grande”, si legge.

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