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Prandelli: “Post lockdown ritmi non così bassi. Atalanta da finale di Champions”

Getty Images

Le parole del noto allenatore ai microfoni di TMW Radio

Daniele Vitiello

Cesare Prandelli, ex Ct della Nazionale e allenatore in passato di Fiorentina e Genoa tra le tante, torna a parlare e lo fai ai microfoni di TMW Radio. Tanti i temi trattati, queste le sue parole:

Come ha vissuto questo periodo senza calcio, cosa le è mancato di più?

“Personalmente avevo altri pensieri e altre preoccupazioni. Il calcio era in secondo piano, se non meno. Giusto che sia ripreso tutto perché quando ricominciano le partite le persone possono mettere da parte i problemi. Abbiamo vissuto mesi difficili ed è difficile davanti a certi numeri pensare allo sport che è sinonimo di gioia e aggregazione”.

C’è stato un momento in cui ha pensato “non si riparte”?

“Assolutamente sì, ma credo lo abbiano pensato tutti. La priorità è la salute e lo sport passa in secondo piano. Fortunatamente sembra che le cose siano sotto controllo e i giocatori hanno un protocollo rigido. Uno sport senza pubblico è qualcosa di difficile da descrivere. Bisognerebbe correggere qualcosa, magari mettendo dei cori dei tifosi perché visto in tv sembra tutto molto asettico”.

Come le sono sembrate le prime partite post lockdown?

“Non avendo uno storico, le squadre hanno fatto preparazioni diverse. Leggendo i numeri non è un ritmo così basso, il problema è che molte squadre si giocano tanto ogni partita e diventa una sfida continua. E’ un campionato interessante ma molto dispendioso e giustamente hanno proposto i 5 cambi per gli allenatori: così si può realmente cambiare il volto delle partite”.

Si aspettava l’Atalanta in questo stato di forma?

“Diciamo che chi vuole analizzare il processo di crescita di questa squadra deve iniziare quando è arrivato Gasperini. E’ una squadra che sa sudare ed è abituata al lavoro duro. Probabilmente i calciatori durante questo stato di fermo hanno comunque fatto qualcosa in più e al momento della ripresa erano abituati. Per molti calciatori la fatica è un grande limite, ma per chi è abituato a lavorarci dopo ha risultati straordinari e l’Atalanta ne è la dimostrazione”.

Dove può arrivare l’Atalanta in Champions League?

“L’Atalanta può essere protagonista e i tifosi possono sognare. Sai quando da bambino dici “magari toccherà a me”, ecco credo che l’Atalanta possa arrivare in finale. In gara secca in poche possono competere con la Dea, anche le squadre blasonate faticherebbero”.