Intervistato da La Gazzetta dello Sport, il tecnico Cesare Prandelli ha parlato del momento del calcio italiano
Intervistato da La Gazzetta dello Sport, il tecnico Cesare Prandelli ha parlato del momento del calcio italiano. Dalla Serie A scappano i talenti migliori, il campionato è diventato un torneo di passaggio per molti.
Galliani ha detto un Pallone d’Oro non giocherà più in Italia per tanti anni.
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«Quando uno come lui dice cose del genere fa riflettere. Forse i fenomeni saranno ancora all’estero per alcuni anni, eppure il calcio italiano tanto bistrattato ha dimostrati di poter competere ad alto livello. Il materiale
L’Atalanta è stata uno straordinario serbatoio per i grandi club. Ha l’impressione che la Serie A sia diventata l’Atalanta della Premier League?
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«Forse sì, ma puoi farcela lo stesso. Il progetto non deve essere solo economico, ma tecnico».
E ora con i soldi arabi?
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«Per 4-5 determineranno certe scelte, ma non hanno futuro. C’è l’immediato. Non troveranno Ronaldo o Benzema ogni anno».
Tre italiane finaliste nelle Coppe: è un miracolo o no?
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«No, non lo è. Vuol dire che hanno strutture societarie e tecniche capaci. Bisogna ripartire da lì. Penso a tre giocatori simbolo. Barella per l’Inter: ha spirito, carattere e determinazione da protagonista. Bonaventura per la Fiorentina: ha fatto una stagione pazzesca tecnicamente e come leader. Dybala per la Roma: se lo avesse avuto al 100% tutto l’anno avrebbe fatto qualcosa di straordinario. Puoi avere mille schemi, ma lui ti dà la cosa più importante nel calcio: l’imprevedibilità».
Maldini che va via dal Milan, la Juve che rischia le Coppe: è un segno dei tempi?
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«Una bandiera che ha riportato lo scudetto e non trova l’accordo sorprende. Bisogna capire che cosa vogliono questi che sono fondi d’investimento. Ricordiamoci che vogliono guadagnare. Sulla Juve dico solo che a livello d’immagine per il calcio italiano non è bello, però esistono le regole e vanno rispettate».