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Ci risiamo, ancora la Spagna, un grande classico...
«Sono curioso di vedere cosa succederà. Per noi sarà l’esame decisivo che ci permetterà di capire dove possiamo arrivare. Una specie di termometro che misurerà le nostre ambizioni. Non riesco a fare un pronostico sull’Europeo, non ancora. Sulla carta Francia e Inghilterra sono più forti, soprattutto la squadra di Deschamps che può contare su Mbappé, ma ogni torneo ha una storia a sé e se troviamo l’alchimia giusta...».
Le piace come sta lavorando il c.t.?
«È un allenatore di altissimo livello e soprattutto ha lo spirito giusto per guidare l’Italia. È spinto da un grande entusiasmo, ha rispetto e amore per la maglia, è bravo a comunicare i suoi stati d’animo e quelle che devono essere le priorità del gruppo. Quando sei in Nazionale non devi preoccuparti solo di allenare, ma rappresenti un Paese. Sei coinvolto, anche emotivamente. Un’esperienza bellissima da vivere tutti insieme. Per me sono stati anni indimenticabili».
Barella è diventato insostituibile...
«Ormai è uno dei migliori centrocampisti europei: costruisce, difende, fa gol. Qualità e personalità. Un giocatore moderno e totale. A me piace molto anche Frattesi, che attacca la profondità, triangola e cerca la porta senza paura».
Spalletti ha scelto due difensori abili a impostare. Sono finiti i tempi dei difensori di ferro come Nesta, Cannavaro e Chiellini?
«Andiamoci piano con i giudizi definitivi, vediamo quando troveremo squadre che hanno centravanti veri».
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