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Prandelli: “Inter favorita. Intrigante l’idea nuova della Juve. Bisognerebbe giocare solo…”

Prandelli: “Inter favorita. Intrigante l’idea nuova della Juve. Bisognerebbe giocare solo…” - immagine 1
Intervistato da Tuttosport, Cesare Prandelli ha parlato anche della lotta scudetto
Gianni Pampinella Redattore 

Intervistato da Tuttosport, Cesare Prandelli ha parlato anche della lotta scudetto. Il tecnico ha voluto sottolineare le difficoltà che incontra un allenatore quando a campionato iniziato c'è ancora il mercato aperto. "Quest'anno è stata molto disturbata dal mercato. Conosco le dinamiche, so cosa vuol dire lavorare su un gruppo e due giorni prima della partita arriva il dirigente che dice "ho venduto questo e quello, ho preso quello e quell'altro". Il giocatore non è un pacco postale, vive di emozioni e di rapporti coi compagni. Bisognerebbe giocare solo a mercato finito. Qualche anno fa era stato fatto e mi sembrava che andasse anche abbastanza bene, ma quando le cose vanno abbastanza bene noi siamo... capaci di cambiarle".

Prandelli: “Inter favorita. Intrigante l’idea nuova della Juve. Bisognerebbe giocare solo…”- immagine 2

L'Inter resta la favorita per lo scudetto? 

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«L'Inter rimane la favorita e anche con un certo margine». 

Chi vede come possibile competitor numero uno per il titolo tra Juventus, Milan, Napoli o altre?

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«Intrigante l'idea nuova della Juventus. Thiago Motta è uno degli allenatori più bravi, capaci e completi in circolazione. È forse l'unico giovane non rigido sullo sviluppo del gioco, lavora sui princìpi e sugli spazi da occupare, ma senza diktat. La società Juventus ha avuto il coraggio di cambiare tutto quello che andava cambiato, con giocatori giovani e un allenatore con idee molto chiare».  


Prandelli: “Inter favorita. Intrigante l’idea nuova della Juve. Bisognerebbe giocare solo…”- immagine 3

Ha notato che Thiago Motta tende spesso a citarla come modello di riferimento?

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«Modello è una parola da non scomodare. Io e lui abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto. L’anno scorso andavo ogni tanto a Bologna perché mio figlio lavorava per il club quindi ci incrociavamo, facevamo due chiacchiere. Fin dalle prime partite ho capito che quella squadra poteva andare lontano. Dissi a mio figlio che gli avversari difficilmente avrebbero trovato le contromisure. Non era facile capire come giocava quel Bologna. Thiago non è un giochista rigido, da tre tocchi, triangoli e profondità sempre quella. No. Il suo è un principio di calcio basilare. Vogliamo tutti giocare la palla, vogliamo tutti occupare gli spazi, ma lui lo fa con equilibrio. E poi lascia la libertà. Zirkzee era un giocatore da scoprire, da far crescere e lui l’ha fatto diventare regista della parte offensiva riuscendo anche a fargli far gol. È stata un’intuizione geniale, geniale. Calafiori aveva sempre giocato a sinistra, lui l’ha messo centrale nonostante le critiche e le diffidenze iniziali. Questo significa che gli allenatori bravi sono ancora importanti». 

(Corriere dello Sport)

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