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Il fatto di avere giocato per buona parte della gara in superiorità numerica, ha portato, inevitabilmente l’Inter ad avere predominio anche nei numeri nel possesso palla: 68,8 per cento contro il 31,2 per cento. Altrettanto ovvio che questo dominio si tramuti in una fitta ragnatela di passaggi (631 quelli effettuati dagli interisti contro i 276 dei laziali). Ma, a ben guardare, a che cosa hanno portato tutti questi tocchi? Quasi sempre si è trattato di passaggi all’indietro, sui piedi dei compagni, e mai invece si è visto un suggerimento «rischioso», un’improvvisa rasoiata che tagliasse in mezzo la difesa della Lazio. Kovacic e Medel sono gli uomini che toccano più palloni (103 il croato e 105 il cileno), tuttavia non riescono mai a dare all’azione quella velocità che sarebbe necessaria. Il croato è l’interista che più degli altri tenta il dribbling (4 riusciti) e per questo va applaudito, ma 11 palloni persi e 7 passaggi sbagliati contro una squadra ridotta in nove sono davvero parecchi. Anzi: troppi.
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