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Familiari (ex preparatore Inter): “Ritrovare il ritmo partita? Ecco cosa farà la differenza”

Redazione1908

Mario Familiari ha lavorato come preparatore atletico anche all'Inter

Il campionato riprenderà? E come si svolgeranno gli allenamenti e quali saranno le criticità da affrontare per quanto riguarda la condizione fisica? A queste domanda ha provato a dare una risposta Mario Familiari, preparatore atletico che ha lavorato con Inter, Monza, Pro Sesto e le nazionali femminili di Canada e Italia; attualmente è responsabile di Area Special Training. Ecco le sue parole in un'intervista a I Titolari Podcast:

Che tipo di lavoro si volgerà una volta ripresi gli allenamenti? "Principalmente aerobico, perché i giocatori adesso stanno facendo lavori di forza. Nelle tre ipotetiche settimane che ci possono essere prima della prima partita ufficiale, ci sono dei passaggi. Il primo è un ritorno al campo, un riabituarsi all'ambiente e al terreno, perché adesso ci si sta allenando su tapis roulant o pavimenti duri. Ci si riabituerà agli spazi, perché in pochi hanno spazio per correre. La settimana centrale è quella dedicata al lavoro di squadra, si innalzerà l'intensità e la terza settimana quella in cui viene smaltito per evitare di avere infortuni in partita". 

Quanto ci vorrà per ritrovare il ritmo partita? "Più che il tempo, saranno le partite a fare la differenza. Quello che serve sono almeno tre partite giocate ad alto livello. Tre settimane possono bastare per un buon livello di condizione fisica ma, se dovessimo riprendere il 4 maggio, si ha tempo a sufficienza per prepararsi dal punto di vista fisico, anche alzando l'intensità. Farà la differenza l'allenamento in gruppo e le partite giocate".

Che rischi di infortunio si possono presentare dopo questa sosta? "Gli infortuni potrebbero essere dettati dalla vicinanza delle partite. L'età e l'abitudine a giocare faranno la differenza, quindi chi gioca le coppe avrà qualche vantaggio. Chi è abituato a giocare ogni tre giorni avrà degli standard già collaudati. Il lavoro di prevenzione e di scarico nei giorni successivi alle partite saranno fondamentali".

Quanto cambia per un giocatore allenarsi a piccoli gruppi? "Per un giocatore, tornare ad allenarsi sarà un momento di felicità, perché torna sul campo, ma sarà necessario riavere il prima possibile il lavoro di squadra. Alcuni meccanismi necessitano di spazi e di giocatori. Senza contatto e senza situazioni tipiche di gioco è difficile ritornare a quella esigenza che sarà richiesta dal livello del campionato".

La preparazione della prossima stagione cambierà il tipo di lavoro rispetto al classico ritiro estivo? "Quello che farà la differenza nella programmazione sarà il tempo trascorso tra l'ultima partita e il primo allenamento e tra il primo allenamento e la prima partita ufficiale. Bisogna valutare i parametri fisici alla fine della stagione attuale. Molto dipenderà da quanto tempo si giocherà dopo la sosta. Se si dovesse ripartire a metà giugno e si giocasse per due mesi, tre settimane di pausa potrebbero essere sufficienti, rispetto alle classiche cinque prima di ripartire di nuovo. Ovviamente, andrà tenuto in considerazione il caldo perché di solito non si gioca d'estate".

(I Titolari Podcast)