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Un’attività illecita che avrebbe generato un giro di denaro di oltre 500 mila euro al centro della quale c’era Raffaele “Lele” Uzzauto, 53 anni, presidente dell’Inter Club di Savona. Questa almeno è la tesi degli investigatori, i poliziotti della Polmare di Savona, che hanno raccolto le querele di due persone che denunciavano di essere state raggirate proprio da Uzzauto. Una truffa che si nasconderebbe dietro un’attività di investimento e gestione del risparmio che non solo era abusiva, ma, secondo quanto accertato, non sarebbe stata per nulla vantaggiosa per i risparmiatori.L’indagine, scattata in seguito alle due denunce, ha portato ad indagare Uzzauto per truffa continuata e aggravata ed esercizio abusivo dell’attività bancaria e finanziaria, ma anche ad una lunga serie di sequestri. Gli agenti lunedì mattina, nel corso di una serie di perquisizioni, hanno messo i sigilli alla sede dell’Inter Club in via Gramsci, a due appartamenti, uno a Bergeggi nel complesso di Torre del Mare e uno a Santuario, e ad alcune auto (un Mitsubishi Pajero, una Opel Astra e una Jaguar, coinvolta in un’inchiesta per circonvenzione d’incapace sempre a carico di Uzzauto e che finora i poliziotti non avevano potuto individuare). Nel mirino degli inquirenti però sono finiti anche conti in banca e altri immobili che pur non essendo intestati al numero uno dell’Inter Club sarebbero riconducibili a lui.Durante i sopralluoghi gli investigatori, coordinati dal pm Giovanni Battista Ferro, hanno anche sequestrato molta documentazione cartacea tra cui assegni (per 360 mila euro) e scritture private come spiega il dirigente del Polmare, il vicequestore Annalisa Bassi : “Essenzialmente per ora siamo soltanto alla punta dell’iceberg. Sicuramente dopo le perquisizioni fatte nella giornata di lunedì, nelle quali è stato trovato molto materiale cartaceo, si potrebbero aprire nuovi scenari. Abbiamo ritrovato alcune scritture private che fanno pensare ci siano moltissime altre persone coinvolte e vittime di queste truffe seriali e di questa attività abusiva di investimento e gestione del risparmio. Siamo veramente all’inizio di un lavoro che si preannuncia lungo”.
“Dalle carte sequestrate lunedì si può stimare che il giro di affari fosse intorno ai 500 mila euro. Riteniamo che quindi sia stata un’attività che ha portato danni gravissimi nella popolazione. Abbiamo il sospetto che finora in molti non abbiamo denunciato o che comunque la truffa sia ancora in corso. Per questo il magistrato che sta seguendo l’indagine ha secretato gli atti, ma ha consentito la divulgazione di particolari dell’operazione affinché la notizia raggiungesse il maggior numero di persone possibili. Ora l’invito è che chi ha avuto contatti di questo tipo con l’indagato possa venire da noi a raccontarci la sua esperienza. Da parte nostra l’attività va avanti” aggiunge la dottoressa Bassi.Al momento la polizia sospetta che Lele Uzzauto sia l’unico responsabile dell’attività illecita, ma non esclude che tra le persone a lui vicino ci fossero dei prestanome. Per ora invece c’è la convinzione che chi ha consegnato dei soldi al presidente dell’Inter Club l’abbia fatto in assoluta buona fede: “Per quello che abbiamo accertato chi ha preso accordi con Uzzauto l’ha fatto in buona fede affidando ingenti somme di denaro a questa persona con la speranza di un guadagno immediato” conlcude il dirigente della Polmare.Da parte sua Uzzauto si dice convinto che questa vicenda si chiarirà e le querele saranno rimesse: “Non c’è stata nessuna truffa, loro avevano investito delle somme, inizialmente 150 mila euro, per finanziare le attività del club. E in parte li hanno riavuti indietro. Purtroppo all’inizio del 2011 in sede abbiamo subito un furto molto ingente, 80 mila euro che erano custoditi in cassaforte e molto materiale. Una batosta che ci ha messo in grande difficoltà. Ma come Inter Club ci risolleveremo da questo colossale equivoco, siamo risorti altre volte”.
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