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Pressing, velocità e compattezza: che bella l’Inter di Spalletti. Contro il Villareal…

La nuova Inter di Luciano Spalleti, a prescindere dai riscontri tecnici e tattici offerti da questi test, è di sostanza: è un’Inter affamata di qualcosa

Riccardo Fusato

La nuova Inter di Luciano Spalleti, a prescindere dai riscontri tecnici e tattici offerti da questi test, è di sostanza: è un’Inter affamata di qualcosa. Non sembra più solo una bella scatola: coloratissima e però vuota, quando la apri. Quel qualcosa al momento può essere soprattutto trovare un’identità, il rispetto di certi concetti, la fluidità di certi meccanismi, una condizione atletica tendente al bello. Nella prima mezz'ora, contro il Villareal, la più brillante, si è visto un po’ di tutto questo. Pressing a cominciare dagli attaccanti per anestetizzare l’indole al palleggio del Villarreal. Velocità nel ribaltare l’azione, per aprire il campo sugli esterni o verticalizzare per Eder e i tagli di Joao Mario, che non si sta scoprendo certo quest’estate: il portoghese era «sbagliato» l’anno scorso, non adesso. Compattezza nella fase difensiva, con partecipazione anche degli esterni offensivi per tamponare Castillejo e Sansone, gli elastici di un 4-1-4-1 tendente a 4-3-3. Qualità sull’asse Borja Valero-Joao Mario, nel rispetto del vangelo del «palla a terra» per portarla nella trequarti avversaria. Più facile che Spalletti possa contare subito anche su Vecino, che ha debuttato in nerazzurro dando sensazione di presenza non banale e sicurezza, al di là del contrasto vinto da cui è nato il gol del 2-1. Con lui in campo il tecnico ha spostato diversi metri più avanti Borja Valero: se Joao Mario (e anche Jovetic) emigrerà altrove, sarà una soluzione futuribile. Spalletti ci sta lavorando. E non solo su quella.

(Gazzetta dello Sport)