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Due giorni dopo il debutto in campionato, dalle colonne della Gazzetta dello Sport, Luigi Garlando analizza le prestazioni di Inter e Milan rispettivamente contro Genoa e Torino. Entrambe le milanesi hanno mostrato qualche crepa in difesa. "Giudicare un film dalla prima scena è poco serio, ma commentare la prima scena non è peccato. E allora partiamo da un dato oggettivo: negli ultimi 20 anni due sole volte le milanesi hanno subito 4 gol al debutto in campionato (nel 2004-05 e nel 2016-17). La prima uscita di Inter e Milan ha lasciato la stessa sensazione di vulnerabilità difensiva che merita attenuanti generiche: le ruggini d’inizio stagione, i carichi di lavoro estivi, il rientro ritardato dei nazionali, le assenze... Tutto concesso, ma c’è dell’altro. La tenuta difensiva è stata il vero punto di forza dell’Inter bistellata, più ancora della mediana d’oro e dei gol di Lautaro".
"È stata la base di tutto. Il secondo gol in campionato, Sommer lo subì alla 6a giornata. Riuscire a trovare la porta nerazzurra era diventata una fatica proverbiale, come l’ago nel pagliaio. I gol di Marassi sono stati regali di Sommer e Bisseck, vero, ma sabato il Genoa di Messias e Vitinha, non esattamente Haaland e CR7, ha tirato 7 volte tra i pali. Anomalo per la miglior difesa del campionato scorso. Cos’è successo? Il giovane Bisseck, in crescita impetuosa, deve maturare l’attenzione feroce che serve in area, più che in fascia".
"Acerbi è in ritardo di forma. Meglio Bastoni che ha invocato rinforzi. Ha ragione. Un soccorso nel cuore del fortino, alla Hermoso, serve tenendo anche conto della parabola discendente di Acerbi (36 anni) e De Vrij (32). E poi, gli allenatori insegnano che la difesa è una fase, non un reparto. Tutti devono farlo. Lautaro è il primo con il suo pressing costante, ma oggi, con 9 giorni di lavoro nelle gambe, non è in grado di sostenere la caccia di Thuram".
"Sono in ritardo atletico anche Calhanoglu, Darmian e Mkhitaryan e quindi il filtro della mediana non è ancora robusto come il solito. Il tempo metterà a posto le cose. Ma c’è un ultimo aspetto che Inzaghi ha attenzionato nel post-match, rimproverando pubblicamente la mancanza di lucidità e di attenzione nel finale di gara. Non banale, per lui che, per indole, smorza e giustifica. Il rischio di appagamento del dopo-scudetto è fisiologico. Le amichevoli avevano già dato segnali di rilassamento. Il Napoli è passato da 28 gol subiti a 48. Fa bene Simone a lavorare sulle motivazioni".
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