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L’Inter sprofonda, perde ancora e s’allontana dall’Europa, non ha giustificazioni per l’ennesima prestazione inguardabile, un impasto di supponenza, mollezza, sbadataggine. E’ Pandev, ex nerazzurro, a imporle la terza sconfitta di fila, con un gol nel cuore della ripresa che profuma di salvezza, nonostante il contemporaneo successo delle inseguitrici Crotone e Empoli, premio all’applicazione e all’orgoglio di un Genoa tecnicamente modesto. I nerazzurri non sanno nemmeno approfittare di un rigore nei minuti finali: lo procaccia Burdisso, con un tocco di mani in area, ma Lamanna ipnotizza Candreva, sciagurato nell’esecuzione. Senza Miranda e Ansaldi, e con Murillo squalificato, Pioli schiera Andreolli al fianco di Medel, completando la difesa con D’Ambrosio e Nagatomo. In mediana preferisce Kondogbia a Brozovic e rinuncia alla tentazione Gabigol sulla trequarti: c’è Eder alle spalle di Icardi, mentre Candreva e Perisic battono le fasce. Dopo il gol dei Grifoni, Pioli prova a scuotere un’Inter inguardabile smontando l’attacco, richiama Icardi e Eder, impalpabili, e strappa alla panchina Palacio e Gabigol: non guadagna incisività, nemmeno un pizzico d’orgoglio, anzi, corre ancora un rischio grosso ma Pandev spreca la palla del due a zero. Entra anche Banega, adesso l’Inter schiera la difesa a tre, ma la lucidità è scarsa e la porta stregata, difatti non serve nemmeno il rigore accordato per mani di Burdisso che intercetta un tiro di Perisic: Lamanna intuisce la traiettoria di Candreva, esecutore dopo aver sfilato il pallone a Gabigol che l’aveva afferrato per calciare, e Marassi esplode di gioia. Espulso Kondogbia, restano in dieci a custodire spiccioli di speranza: inutili, si materializza l’ennesima sconfitta, si dilata il momento buio misurato da due punti in sette partite e sottolineato dalla contestazione dei tifosi.
(Corriere dello Sport)
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