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Prohaska: “Con Spalletti l’Inter può tornare a vincere. E’ uno dei più grandi club…”

Francesco Parrone

"Via da Roma per un colpo a Liedholm? No, per Cerezo... Io in slip, colpa del Barça"

L'ex centrocampista nerazzurro Robert Prohaska, dalle colonne de La Gazzetta dello Sportha parlato dell' Inter e del suo passato milanese:

Parliamo di nostalgia da ex. Che effetto fa l’Inter da Vienna?"La guardo ogni volta che posso. Spalletti è un grande allenatore e l’Inter può vincere lo scudetto. Per me dietro la Juve c’è lei, al massimo assieme a Roma, Napoli, Milan e Lazio".

Cosa è cambiato dagli anni ’80? "Tutto. Io sono stato il primo straniero alla riapertura delle frontiere. Quando arrivai, mi portarono a San Siro per una foto con un violino in mano: il classico austriaco. Ero uno straniero in mezzo a 25 italiani. Ora magari ci sono tre italiani, tutti stranieri e un proprietario cinese. Ma l’Inter resta uno dei più grandi club al mondo".

A proposito di tempi moderni: un capitano con i capelli platinati è di suo gradimento? "Massì, Icardi è il giocatore che preferisco: sempre almeno 20 gol. Poi mi piace Candreva".

E un giocatore alla Prohaska farebbe comodo?"Ora il regista non serve più, adesso si corre e si gioca di prima".

Si difenda a 35 anni di distanza. La chiamavano “lumachina”, ma era davvero così lento? "Ma no, nasce tutto da un equivoco sul mio soprannome. In realtà ero sempre il quinto-sesto più veloce della squadra. Poi ora dicono lo stesso di altri giocatori, come Montolivo. Ma se Montolivo fosse anche veloce, sarebbe al Real Madrid".

Domanda all’ex romanista. Chi aveva ragione tra Totti e Spalletti?"Di sicuro Totti è il più grande romanista di tutti i tempi e voleva giocare sempre. Ma se avesse potuto fare il titolare in tutte le partite come una volta, Spalletti sarebbe ancora alla Roma, non all’Inter".

Eriksson invece nell’autobiografia ha scritto che lei lasciò Roma perché colpì Liedholm con una pallonata e lui non la perdonò. Vero? "Falso. L’ho colpito davvero ma lui, anche con un occhio gonfio, mi trattò come sempre. In realtà andai via perché Falcao trovò un nuovo accordo e il presidente Viola aveva già preso Cerezo. C’era posto solo per due di noi, mandarono via me".

Che ricordo resta?"Bello, a voltemi chiamano ancora. A Roma sono diventato una leggenda in un anno, nessun altro ha fatto così".

Permetta l’ultima domanda. Si è letto che lei in primavera è rimasto in boxer in uno studio televisivo. Che è successo?"Io e altri giornalisti della tv austriaca abbiamo detto che ci saremmo messi in mutande se il Barcellona avesse rimontato il 4-0 del Psg. Lo ammetto, non un bello spettacolo".

(Fonte: Luca Bianchin, La Gazzetta dello Sport 15/09/17)