02:30 min

ultimora

Prohaska: “Lo scudetto lo ha vinto Conte, ma del suo ce lo ha messo anche Oriali”

Andrea Della Sala

L'ex centrocampista di Inter e Roma ha parlato dello scudetto vinto da Conte, ma anche dei grandi meriti di Oriali

Intervistato dal Corriere dello Sport, l'ex centrocampista di Inter e Roma ha parlato dello scudetto vinto da Conte, ma anche dei grandi meriti di Lele Oriali:

Se vuole, possiamo cominciare dall’Inter.

«Cominciamo da Lele. Che per l’Inter è quello che Totti rappresenta per la Roma. E’ una grande persona, e per me è un fratello. Le dico questo: se Conte all’Inter e Mancini in nazionale lo vogliono sempre accanto un motivo ci sarà».

E il motivo qual è?

«E’ un grande uomo di calcio, ha equilibrio, buon senso, sa smussare anche le situazioni più scomode. Tanto scudetto lo ha vinto Conte, ma ci ha messo del suo anche Lele. E’ stato molto riduttivo considerarlo solo un mediano quando giocava, anche se Ligabue gli ha dedicato addirittura una canzone».

Ha detto che questo è lo scudetto di Conte.

«E’ uno tra i dieci migliori allenatori d’Europa, sa costruire le squadre e darle furore. Se guardi con attenzione l’Inter ti accorgi subito che c’è la sua mano. E questo discorso vale anche per la Nazionale di Mancini, che ha fatto un grandissimo lavoro con i giovani. Da quando c’è Mancini ti diverti a veder giocare l’Italia. Tra i dieci migliori allenatori, sì, metto anche lui, anche se Conte e Mancini hanno caratteri differenti».

Molto differenti almeno all’apparenza...

«Conte è un vulcano, in ogni istante ti trasmette la sua ferocia, mentre Mancini è più tranquillo, più calmo».

Si rende conto che è passata quasi una vita dal suo sbarco in Italia.

«Eccome se me ne rendo conto. Sono stato il primo straniero ad arrivare da voi, in quei tempi c’era uno straniero e tutti gli altri erano italiani. Ora il mondo si è capovolto, può anche esserci un solo italiano e tutti gli altri sono stranieri. Comunque quelli erano tempi meravigliosi. San Siro sempre pieno, l’Inter uno dei club più importanti del mondo, per me l’Italia è sempre stato il paese dei sogni. Mi creda, per questo scudetto che ha vinto l’Inter io sono stato il primo a fare festa. Ora l’aspetto protagonista anche in Champions l’anno prossimo».

Dove in questa annata ha deluso.

«Non so cosa sia accaduto, ma se a Conte verrà dato il tempo di lavorare l’Inter potrà vincere anche la Champions».

Herbert torniamo al presente. Si sarebbe mai aspettato Mourinho allenatore della Roma?

«A dire la verità no, ma questi americani hanno fatto un grandissimo colpo. E sapete perché?».

Perché?

«Mourinho è l’allenatore giusto per il calcio italiano, è fatto su misura per il vostro campionato. In Premier anche fare spettacolo è importante, in Italia conta soprattutto il risultato. E per Mou il risultato è una regola di vita. Ma ci pensate Mourinho con la sua grande capacità di comunicare a contatto con il calore di Roma e del popolo giallorosso? Vorrei vivere nella capitale per potermelo gustare tutti i giorni. Se Mou farà bene, Roma lo farà sentire un imperatore. E’ evidente che...».

Prohaska sa che potrebbe arrivare anche un calciatore austriaco nel campionato italiano?

«L’ho letto sui nostri quotidiani, si riferisce a Marko Arnautovic richiesto dal Bologna, vero?».

Sì.

«Lui è molto bravo, da una parte ha un carattere difficile, ma da un’altra è un attaccante dominante, che sa fare la differenza. Marko lo conosco bene, sarebbe un grandissimo calciatore per il Bologna. Certo che deve essere anche lui a volere il Bologna».

In che senso?

«Ha un ingaggio altissimo, se non accetta di ridurselo difficilmente il Bologna potrebbe permetterselo».

Da austriaco ad austriaco: lei cosa gli consiglierebbe?

«Di scegliere l’Italia e di non tornare in Premier League, di fare una scelta non legata ai soldi. Tra l’altro Marko potrebbe riscattare nel Bologna proprio quell’anno all’Inter. Se io fossi al suo posto non avrei dubbi, ma io sono di parte, ho già detto che l’Italia è un Paese meraviglioso. A proposito di Bologna: ci sono stato con la famiglia tre anni fa, è una bella città dove si mangia anche bene».