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La Stampa – Inter, provvedimento dalla Cina non chiaro sugli Zhang

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Era stato lo stesso quotidiano torinese ieri a riportare la risposta del club in merito al provvedimento sugli averi all'estero degli uomini che appartengono al governo cinese

Eva A. Provenzano

"L’Inter insegue il Milan in classifica e deve fronteggiare notizie poco rassicuranti in arrivo dalla Cina. Il governo di Pechino avrebbe vietato ai funzionari del partito comunista e ai figli di avere proprietà all’estero. È scattato subito il collegamento con Steven e Jindong Zhang. Il fondatore di Suning è legato al potere cinese, ma non è chiaro se questo provvedimento si applichi anche a chi non ha incarichi ministeriali. In ogni caso la stretta di Pechino sugli investimenti oltreconfine ha già prodotto effetti tangibili sulle risorse a disposizione del club nerazzurro, salvato un anno fa dal maxi-prestito di Oaktree Capital in scadenza nel 2024. Chissà che adesso non facciano qualche pensiero a tinte nerazzurre nella sede di Investcorp in Bahrain". Il quotidiano La Stampa parla così di quanto riportato dal Wall Street Journal. Il giornale americano parlava di un documento con cui si impone ad uomini del governo cinese di non possedere direttamente, o indirettamente tramite figli o parenti, possedimenti all'estero. Il quotidiano mette ancora in forse l'impegno di Suning con il club nerazzurro e ipotizza magari l'intervento del fondo che stava per investire sul Milan. Lo stesso che ieri ha dichiarato di essersi ritirato a favore di Redbird. 

Era stato lo stesso quotidiano torinese, nella sua versione online, già ieri a riportare la versione dell'Inter in merito all'articolo arrivato dal giornale newyorkese.

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"In casa Inter, però, si tende a smorzare la portata di effetti negativi di questa svolta restrittiva del partito comunista cinese. È stata ricondotta alla tensioni tra Washington e Pechino. Si sottolinea che il provvedimento cinese risale a marzo, quindi avrebbe già dovuto produrre conseguenze se impattasse davvero sulla famiglia Zhang". Insomma il documento di cui si parla non sembra avere avuto impatti sul club nerazzurro e potrebbe non averne.

(Fonte: La Stampa)

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