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Non è un periodo felice, nè così tanto tranquillo, quello che sta vivendo l’attaccante del Torino Fabio Quagliarella. Dopo quasi sei anni e un processo per stalking, in giornata odierna sono emerse alcune verità sul suo turbolento addio al Napoli (datato 2010).
Quagliarella, infatti, in queste ore ha testimoniato al tribunale di Torre Annunziata, interrogato come parte lesa nel processo a Raffaele Piccolo, agente della polizia postale e stalker. Il giocatore, tra le altre cose, ha spiegato il caso delle lettere diffamatorie con false accuse di ogni tipo inviate dal 2007 al 2010 a casa sua e nelle sedi di Sampdoria, Udinese e Juve. Sarebbero circa 20 lettere
Queste alcune delle dichiarazioni raccolte dal tribunale: "De Laurentiis mi ha mandato via dal Napoli solo per le lettere che parlavano dei miei festini a base di droga con la camorra. Prima mi chiamava ogni giorno, dopo le calunnie, spedite in sede a Castelvolturno nel 2010, il presidente mi disse di andare a vivere in albergo, lasciando Castellammare per stare più tranquillo. Poi non mi ha mai più telefonato. Sono stato malissimo: dopo le lettere e gli sms fui costretto a lasciare la mia città. Quando andai alla Juve, nelle lettere c’era scritto che avrebbero picchiato la mia famiglia per il mio addio al Napoli".
Dopo la testimonianza, Quagliarella ha lasciato Torre Annunziata per rientrare a Torino. Sulle ultime vicende che lo hanno visto protagonista (in particolare la mancata esultanza contro il Napoli), ha concesso una piccola battuta: "Le polemiche? Sono tranquillo. Queste voci non mi destabilizzano".
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