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E' un libro aperto, Ronald de Boer, fratello di Frank, allenatore dell'Inter, nella sua intervista alla Gazzetta dello Sport: "Ho fatto una strada diversa da mio fratello? Per ora. Ho scoperto che posso fare tante cose legate al calcio senza essere impegnato 24 ore su 24. Mi piace fare il commentatore in tv, mi piace andare in giro a giocare con le Legends. Se fai l’allenatore, queste cose te le puoi scordare. Però mi piaceva molto insegnare ai ragazzi nel settore giovanile dell’Ajax e uno dei miei sogni è tornare a lavorare con Frank. Fra cinque anni, magari, e non perché sono suo fratello, ma perché potrò dare un contributo al club. Frank è più insegnante di calcio o manager? Cinque anni fa era ancora un ex giocatore che sapeva come insegnare i movimenti e i gesti, adesso è più manager. Può fare da solo, anche se ovviamente è importante avere uno staff come quello che si è costruito, con collaboratori che parlano italiano e hanno vissuto in Italia. Bisogna avere una visione e saper essere flessibili. Le idee di calcio di Frank sono come le mie e non sono mai cambiate: serve gente che sappia giocare la palla, difensori compresi. Ricordo la mia seconda partita con il Barcellona: Van Gaal decise di schierarmi terzino, anche se ero un centrocampista. Giocavamo contro il Real Madrid e vincemmo 3-0. Intendo questo quando dico che bisogna pensare a giocare la palla in ogni zona del campo. Ma a volte, quando trovi un avversario più forte, devi saperti adattare. Frank è stato influenzato più da Cruijff o da Van Gaal? È un mix. Cruijff era estemporaneo, Van Gaal sapeva che adesso nel calcio ci vuole una struttura a tutti i livelli. Frank ha assorbito questa passione per la struttura. Ovviamente vuole vincere ogni partita e non sarà contento se perderà o anche se pareggerà. Vuole diventare campione d’Italia, per il momento direi che è realistico lottare per le prime posizioni. Questo però è quello che vedo io: Frank penserà sempre in grande, come è giusto che sia nel suo ruolo"
(Gazzetta dello Sport)
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