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Raiola: “Pizzaiolo? Tutto nasce da Mihajlovic quando era all’Inter. Litigammo e…”

Raiola: “Pizzaiolo? Tutto nasce da Mihajlovic quando era all’Inter. Litigammo e…” - immagine 1

Il noto agente ha parlato con il canale tedesco Sport1 e si è soffermato anche sul futuro di Haaland

Eva A. Provenzano

Il canale tedesco Sport1 ha intervistato Mino Raiola a Monaco. Nella lunghissima intervista pubblicata sul sito si parla anche del suo soprannome: 'Pizzaiolo'. «Mi chiamano così ma non ho mai fatto una pizza in vita mia. Non so come si faccia, ma ho portato tante pizze agli ospiti del ristorante dei miei genitori. Lì ho imparato quello che so sulla vita. Non mi dispiace affatto essere chiamato così. Tutto è nato da una discussione con Mihajlovic, quando lui giocava nell'Inter e Ibra nel Milan. Dopo un derby, Mihajlovic ha detto stupidaggini su Zlatan e se qualcuno attacca i miei giocatori, è un attacco anche contro di me. Così ho iniziato a litigare con lui e Mihajlovic ha poi detto: "Cosa vuole il pizzaiolo?". È andata così». 

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«Il mio primo trasferimento importante? Ho portato Bryan Roy a Foggia da Amsterdam nel 1992. Allora la Serie A era come la Premier League di oggi. Tutti volevano andare in Italia. Poi ho portato Marciano Vink al Genoa e Wim Jonk e Dennis Bergkamp all'Inter», ha aggiunto. 

«I direttori sportivi mi odiano? Non mi sono mai seduto con una pistola sul tavolo nelle trattative. So solo molto bene che valore hanno i miei giocatori e di cosa hanno bisogno i club. Se mi odiano, allora è il complimento più grande per me. Allora farò qualcosa di buono». Non poteva non esserci la domanda su dove giocherà Haaland quando lascerà il Borussia: «Abbiamo pensato al suo futuro per due anni. Abbiamo le idee chiare sul dove dovrebbe andare e, naturalmente, guardiamo a ciò che il mercato offrirà. Con un giocatore come lui possiamo influenzare il mercato, non saremo noi a essere influenzati. Con i miei giocatori ho cambiato il mercato e oggi noi agenti abbiamo creato un nuovo gioco che si affianca al calcio: il calciomercato. Oggi per due giorni a settimana si parla di calcio, negli altri cinque di trasferimenti. Io faccio solo il mio lavoro e mi piace spingermi oltre i confini».

(Fonte: Sport1)

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