La vostra nazionale ha cambiato marcia con Sylvinho in panchina. Siete pronti a reggere l'urto di un grande torneo?
«Sylvinho ha grandi meriti ma anche il suo team. Non avevo mai visto giocare i nostri a viso aperto contro tutti».
Nessun obiettivo preciso?
«La squadra ha già portato il Paese sulle stelle. La storia è già stata scritta, il resto conta fino a un certo punto perché il girone è infernale. Anzi di più. Comunque vediamo, può succedere di tutto».
Con tanti calciatori italiani, ci conoscete molto bene. È un vantaggio per voi?
«Non credo, l’Italia è sempre l’Italia. Possiamo solo sperare che sbagli la prima partita come le è già capitato in passato, senza peraltro compromettere il cammino successivo. Altrimenti è molto dura».
Le piace il gruppo creato da Spalletti? Può vincere l'Europeo?
«Spalletti è un genio, oltre a essere un uomo eccezionale e un comandante dotato di grande carisma. Secondo la storia del calcio dico mai dire mai. Nessuno mette l’Italia tra le favorite e questo mi conforta: voi avete vinto spesso i grandi tornei quando partivate in seconda fila, mentre con i favori del pronostico non siete arrivati al traguardo».
Qual è il giocatore albanese che da italiani dobbiamo temere di più?
«Il pubblico».
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