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Si aspettava che avrebbe potuto intraprendere una carriera di così alto livello dirigenziale?
—«Sarebbe troppo facile dire adesso: “Sì, me l’aspettavo”. In realtà le dico di no. Aveva certamente delle qualità importanti, si poneva degli obiettivi ed era ambizioso. L’esperienza comunque devi saperla mettere a frutto. Beppe ce l’ha fatta alla grandissima. Questa è la bravura di una persona in ogni lavoro. Avrà ovviamente sbagliato pure lui, come tutti del resto, ma è stato in grado di imparare e di dimostrare le sue doti».
Quanto è stato importante Marotta nello scudetto dell’Inter?
—«Tantissimo, visti i problemi di Zhang che oramai, almeno da quanto si leggeva in giro, era in Cina da tempo. Il fatto di aver tenuti tutti uniti e di aver vinto lo scudetto della seconda stella è una cosa a cui si deve dare un gran merito, soprattutto a Beppe. E non va dimentica poi la finale di Champions League dello scorso anno».
Marotta è la dimostrazione di come con lavoro, passione e abnegazione di possono centrare storici obiettivi.
«I grandi risultati con Juventus e Inter hanno fatto sì che il suo lavoro fosse maggiormente sotto gli occhi di tutti. Ma lui ha dimostrato la sua bravura sin dal 1980, pensi che col Varese, con una squadra di giovanissimi calciatori, sfiorammo la Serie A. Ha sempre fatto benissimo, vedi Monza, Atalanta, Sampdoria. Io non so se sia il più bravo di tutti nel suo mestiere, ma sicuramente è tra i più bravi».
(Fonte: Tuttosport)
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