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Ranieri: “Cinque italiani agli ottavi? Non sono per niente stupito, siamo degli strateghi”

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Del passaggio di tre italiane agli ottavi di Champions e dei tecnici italiani che stanno facendo bene in Europa ha parlato il tecnico Claudio Ranieri

Andrea Della Sala

Del passaggio di tre italiane agli ottavi di Champions e dei tecnici italiani che stanno facendo bene in Europa ha parlato il tecnico Claudio Ranieri a La Gazzetta dello Sport:

Ranieri, lei che ha allenato e vinto su panchine di cinque Paesi (Italia, Spagna, Inghilterra, Grecia e Francia), resta sorpreso che altrettanti suoi colleghi siano agli ottavi di Champions League?

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«Per niente. Gli azzurri non sono andati al Mondiale per una serie di congiunture sfortunate che prescindono dal valore della nostra scuola di allenatori. La A non sarà il campionato più bello del mondo, ma la raffinatezza tattica è cifra stilistica del nostro calco. Anche le piccole adottano strategie in grado di mettere in difficoltà chiunque».

Come dire, da noi si studia e si insegna calcio in una maniera differente rispetto al resto del mondo.

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«Esatto. In una partita ci sono tante micro-partite differenti. Questo mette in condizione i tecnici di cambiare diversi sistemi dentro lo stesso match, regalando a tutti un bagaglio che poi viene utilizzato nel migliore dei modi».

Quando dice a tutti cosa intende?

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«Ai calciatori per prima cosa. Gli stranieri che arrivano ci mettono un po’ per esprimere il proprio potenziale, ma poi hanno tutti gli strumenti per decollare. Bisogna ammettere che in qualche occasione siamo persino esagerati. Le diagonali, le scalatore, le coperture preventive… Poi però quando un giocatore va in qualsiasi altra parte del mondo è pronto a tutto e sa fare tutto».

Spalletti, Conte, Ancelotti, Inzaghi e Pioli: orgoglio italiano da esportazione.

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«È così. Tra l’altro, sia pure a livelli diversi, sono stati anche ex calciatori; quindi sanno bene anche cosa ci sia dall’altra parte della barricata. Hanno un patrimonio di conoscenze che non ha nulla da invidiare a quelle dei loro colleghi».

C’è un segreto?

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«Il fatto che vediamo partite, studiamo e ci aggiorniamo continuamente. Proprio per questo, presto o tardi, siamo in grado di prendere le contromisure a chiunque».

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