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Da Ranocchia ad Acerbi, cortocircuito Inter: come sono cambiati i piani di mercato
All'ultimo giorno di mercato l'Inter ha completato la rosa, colmando la lacuna del difensore centrale di riserva: al posto di Andrea Ranocchia è arrivato Francesco Acerbi. Una soluzione "di emergenza", che non rispecchia quelle che erano le idee iniziale della dirigenza nerazzurra, come spiega La Gazzetta dello Sport: "Complessa la notte interista tra mercoledì e giovedì, ma piena di discussioni proficue anche la mattina di ieri: nella sede interista di Viale della Liberazione ci si è confrontati parecchio sul caso. Le posizioni erano divergenti in partenza perché la proprietà aveva pur sempre chiesto un robusto taglio sugli ingaggi, oltre che una sessantina di milioni da incassare con le uscite. Tra il riscatto di Di Gregorio al Monza e le cessioni di Pinamonti e Casadei si è arrivati a 40 circa, rimandando però la cessione di un big a data da destinarsi, visto che il bilancio si chiude comunque il 30 giugno dell'anno prossimo. Sui 2,2 milioni di stipendio di Acerbi, invece, ecco lo stop del presidente che mai si era opposto a un’operazione in prestito gratuito.
Ha avuto un peso il curioso cortocircuito tra passato e presente della difesa: il 34enne Acerbi guadagna 400mila euro in più di quanto avrebbe percepito se fosse rimasto Andrea Ranocchia, che è pure di sei giorni più giovane di Francesco. Strano visto che l'attuale centrale del Monza è stato accompagnato alla porta un po' per lo stipendio e un po' per l’età, ma i piani mercato dell'a.d. Beppe Marotta e del d.s. Piero Ausilio sono necessariamente mutati tra le curve del mercato: ciò che valeva a giugno non può valere più a fine agosto. Alla fine, però, ha prevalso una volontà collettiva e il bene della squadra: il giovane Fontanarosa, elevato a prima riserva, non avrebbe garantito affidabilità senza De Vrij o Skriniar. Il rischio di perdere punti e poi di versare lacrime a fine anno era reale".
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