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Ravanelli: “Inter intensa e temibile. Il vero Eriksen è proprio un’altra cosa. E Conte…”

L'ex giocatore bianconero ha detto la sua sulla squadra nerazzurra, sulla vittoria con la Samp e sul danese

Eva A. Provenzano

Fabrizio Ravanelli, ex bianconero come Conte, ha parlato della vittoria dell'Inter sulla Samp e non solo. «Il campionato non è mai stato chiuso. L'Inter è una grande squadra e mi sembra anche abbia lavorato bene in questo stop forzato. Sotto il punto di vista dell'intensità ha dato l'impressione di essere più avanti della Juve, almeno nei primi sessanti minuti. Sì, è una squadra che gioca ad alta intensità. I nerazzurri hanno trovato qualche difficoltà a chiudere la gara e soprattutto negli ultimi venti minuti. Ma è temibile, ha giocatori che in attacco fanno la differenza e dietro subiscono poco. Credo che lotterà fino alla fine per la vittoria del campionato», ha detto.

-Conte era così anche da giocatore? 

È sempre stato un grande professionista. Credo che il lavoro dell'allenatore gli si addica tanto perché è molto attento ai particolari. Ieri si è visto: nonostante era una gara importantissima, mi sembrava come se fosse in allenamento e stesse preparando i giocatori su come muovere la palla. Questo testimonia che è sul pezzo, crede nella rimonta e nel lavoro. Basta sentire le sue interviste: il messaggio che manda è sempre di grande professionalità e grande lavoro. Credo che Lippi gli sia servito tanto per imparare. Conte abbinava qualità e quantità, è stato tanti anni il capitano, dava una mano anche dietro, è stato un giocatore importante. Adesso sta cercando di fare il massimo per l'Inter anche se gli sono sfuggite la finale di Coppa Italia e la CL. Però la sua mano si vede. Un'Inter così combattiva non si vedeva da tempo. E anche dal punto di vista della professionalità, il giocatore, sentendoli parlare hanno il credo del proprio mister. 

Credo serva un di tempo per l'inserimento. Non è facile imparare subito la lingua, ma aiuta tanto nel comunicare con i compagni, per capire i lavori tattici della settimana. Ma Conte parla molto bene l'inglese e questo lo facilita. Insomma la lingua è l'ultimo dei problemi. Non credo, vado controcorrente, che questo Eriksen di oggi possa accontentare gli interisti e Conte. Perché al di là di tutto il vero Eriksen è proprio un'altra cosa. 

(Fonte: SS24)

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