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Razzismo, Mbappé: “Non posso giocare per chi pensa che io sia una scimmia. Stavo per…”

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In una lunga intervista a 'Sports Illustrated', l'attaccante spiega i motivi che lo hanno spinto a rimanere al Psg e affronta il tema del razzismo

Gianni Pampinella

Nei giorni più caldi delle trattative per il prolungamento del contratto di Kylian Mbappé con il Paris St. Germain il Presidente francese Emmanuel Macron ha chiesto più volte all'attaccante di rimanere a Parigi, "per amore della Francia". Lo ha confermato il campione del Psg in un'intervista con la rivista 'Sports Illustrated', in cui ha svelato dettagli della loro conversazione. "Ci sono state diverse chiamate tra noi due - le parole del campione del mondo 2018 -. Ci sono stati colloqui a dicembre, gennaio, febbraio, marzo. Macron mi ha chiamato per dirmi: 'so che vuoi andartene. Quello che voglio dirti è che sei molto importante in Francia. Non voglio che te ne vada. Hai la possibilità di fare la storia qui. Tutti ti amano'. Gli ho detto che l'ho apprezzato, ma era una cosa assolutamente folle. Il presidente ti chiama e ti dice di continuare".

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Il fuoriclasse francese ha poi spiegato i motivi che lo hanno spinto a restare a Parigi. "Sarebbe stato più facile andare al Real Madrid - ha ammesso -. Ma ho questa ambizione personale. Sono francese. Sono un figlio di Parigi e vincere qui è qualcosa di molto speciale. E' come essere in grado di scrivere il tuo nome nella storia del tuo paese per tutta la vita". Un capitolo importante Mbappé lo ha riservato al tema del razzismo, rivelando che dopo alcuni cori che lo avevano riguardato aveva preso in considerazione l'ipotesi di lasciare la nazionale francese. "Non posso giocare per delle persone che pensano che io sia una scimmia - ha sottolineato -. Pensavo di non giocare più con la nazionale, poi mi sono preso del tempo per riflettere con tutte le persone che giocano con me e mi sono convinto a continuare. Penso che non sia un buon messaggio arrendersi quando le cose non vanno come ci si aspetta. Penso di essere un esempio per molte persone". "Non ho lasciato la nazionale perché è un messaggio per le giovani generazioni dire che siamo più forti di così", ha concluso.

(ANSA)

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