Nonostante avesse nelle gambe solo tre allenamenti, il centrocampista nerazzurro ha sfoggiato una prestazione incredibile contro l'Albania
Regia, pressing, gol. C'è tutto Nicolò Barella nella prestazione super che il centrocampista ha offerto contro l'Albania nel debutto all'Europeo dell'Italia. In dubbio fino alla vigilia, Nicolò è sceso in campo dal 1' sfoggiando una forma fisica invidiabile al Westefalenstadion Stadium. "Quando nel novembre 2019 giocò lì con l’Inter, contro il Borussia, Barella era ancora un progetto di campione, anche se giocava la Champions e aveva già messo in fila dieci presenze in Nazionale. Il ragazzo tutto strappi, adrenalina e intensità anche esagerata che a Coverciano - ancora poco più che ragazzino nelle giovanili azzurre - aveva rubato gli occhi ad Arrigo Sacchi e però non convinceva del tutto per maturità e gestione delle scelte in campo", sottolinea la Gazzetta dello Sport.
"Oggi qualunque allenatore, non solo Luciano Spalletti, può chiederlo a Barella. È esattamente quello che l’altra sera al Westfalenstadion , dove Nicolò ha dato un senso definitivo alla sua evoluzione globale, ha fatto il più moderno, il più europeo, il più totale, il più leader fra gli azzurri. Più, più, più: Barella è il plus di questa Italia. Il suo cuore che batte. Indispensabile, anche se Spalletti ha spiegato che non è così - un c.t. certe cose deve dirle - e però lo ha fatto giocare nonostante avesse alle spalle solo tre allenamenti con la squadra".