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Reichart: “Superlega, mi hanno già chiamato molti club. Arabi? No, progetto europeo”

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Bernd Reichart, Ceo della A22 Sports Management che sta portando avanti il progetto Superlega, fa sapere che l'interesse non manca
Marco Macca Redattore 

"Se mi hanno telefonato in queste ore? In molti. Il dialogo che abbiano iniziato diciotto mesi fa adesso può finalmente essere portato avanti alla luce del sole, senza che i club possano essere minacciati".

Reichart: “Superlega, mi hanno già chiamato molti club. Arabi? No, progetto europeo”- immagine 2

Bernd Reichart, Ceo della A22 Sports Management che sta portando avanti il progetto Superlega, il giorno dopo la storica sentenza della Corte di Giustizia europea fra sapere che a dispetto delle posizioni ufficiali emerse nelle ultime ore l'interesse non manca. "Quelli che ci hanno chiamato ci hanno detto di aver dovuto fare comunicati ma che non hanno indirizzato critiche verso la Superlega - ha proseguito ai microfoni di 'Tutti Convocati' su Radio 24 - Questa è una nuova proposta rivolta a tutti e siamo certi di poter trovare una soluzione che migliorerà in modo sostanziale il football perché ce n'è bisogno".


Il format presentato ieri ha fatto storcere però il naso a tanti, in particolare sulla questione dell'accesso al primo livello. "Prima di tutto bisogna dire che anche l'attuale Champions League esclude alcuni campioni dei tornei domestici. Ci sono alcuni vincitori di campionati che non vi prendono parte. Non è giusto. I campioni dei tornei nazionali sono trattati in maniera iniqua ed è ingiusto nei confronti del merito sportivo se qualcuno dalle leghe maggiori entra direttamente e altri, da quelle minori, deve giocare tre o quattro turni preliminari".

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Reichart assicura che "il nostro format è aperto a suggerimenti. Ci piacerebbe ricevere feedback, ma riteniamo ci sia un buon equilibrio tra apertura, con la possibilità per chi disputa un buon campionato di accedere al torneo, e l'obiettivo di dare stabilità e crescita grazie al fatto di partecipare".

Il Ceo di A22 ha ricordato che "molte squadre in passato sono entrate in Champions League, penso ai campioni di Belgio, Scozia, Serbia o Austria, e poi sono uscite in dicembre. Questa non significa avere un'opportunità di crescita, ma partecipare a una lotteria. Con il nostro sistema, se hai disputato una buona stagione nel tuo campionato accedi alla Blue League, hai un minimo di 14 partite garantite tra agosto e aprile per consolidare il tuo percorso a livello europeo, giocando con i tuoi pari e provare a essere promosso alla lega superiore: questa è realmente un'opportunità di diventare un club diverso, investendo i ricavi che ottieni nella squadra, nelle infrastrutture, nelle academy e nel calcio femminile. L'attuale Champions League è una botta e via, non un'opportunità di crescita". Porta chiusa agli arabi: "Questo è un progetto europeo, da club europei e per club europei perché siano in grado di controllare la propria competizione europea transnazionale".

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