ultimora

Reja: “Candreva, grande affare per l’Inter. Lo facevo giocare sempre…”

Marco Macca

L'allenatore che ha voluto l'esterno della Nazionale alla Lazio racconta il suo rapporto con il neo acquisto dei nerazzurri spendendo parole al miele

In esclusiva su GianlucaDiMarzio.com ha parlato Edy Reja, allenatore della Lazio dal 2010 al 2014 che ha contribuito alla consacrazione di Antonio Candreva in Serie A.

METAMORFOSI - "Mi piace giocare coi 3 davanti, cerco spesso esterni così. E come Antonio ce ne sono pochi. Inizialmente non voleva giocare a destra, poi ha capito che poteva essere il suo ruolo". E' successa la stessa cosa con Maxi Moralez all'Atalanta, l'ho fatto giocare un po' più a destra piuttosto che dietro le punte. Sono stati entrambi determinanti...". "Giocava sulla sinistra, voleva rientrare e calciare in porta. Gli ho fatto capire che sarebbe stato meglio partire da destra, arrivare sul fondo e crossare. E' l'ultima ala che ci è rimasta, poi da quella parte ce ne sono davvero pochi. Ne abbiamo tanti a sinistra, tipo Giaccherini. O lo stesso Keita Balde. Idem Gomez, che a destra rende un po' meno. Giocatori bravi nel breve. Poi Antonio ha un piede straordinario, mi è sempre piaciuto. Già ai tempi dell'Udinese".

CONSACRAZIONE "E' diventato un giocatore completo. Prima aveva qualche insicurezza. Un po' per l'ambiente, un po' per il ruolo". Non era convinto di quella posizione, ci ho parlato spesso e ho avuto la meglio. Gli dicevo che doveva fare l'esterno destro, in attacco c'era Klose, doveva essere servito in modo giusto. Col passare del tempo si è esaltato, diventando il giocatore che tutti conosciamo". Arrivo inaspettato il suo: "Era il gennaio del 2012, ci serviva un rinforzo. Lui a Cesena non giocava, l'abbiamo preso negli ultimi due minuti di mercato. Mi ricordo le chiamate di Lotito, mi diceva "Allora? Lo vuoi Candreva? E' un mese che ti dico di chiudere, cerca di prenderlo!". E alla fine è andata come è andata". 

PESSIMA ACCOGLIENZA ALLA LAZIO - Candreva, non fu accolto bene dai tifosi della Lazio, Antonio aveva trascorsi giallorossi:"Aveva un passato romanista...". Colpa di alcune dichiarazioni ai tempi del Livorno: "Totti e De Rossi due modelli, due idoli". Insulti, fischi, striscioni a Formello: "Benvenuto all'Inferno". Candreva stupito: "Provai delusione. All'uscita mi nascosi sul sedile posteriore dell'auto per evitare di essere riconosciuto". Fino al gol contro il Napoli e all'esultanza sotto la Curva. Pace: "E' stato molto bravo - racconta Reja - molto forte psicologicamente. Non ha mai rilasciato dichiarazioni, interviste compromettenti. Col tempo ha iniziato a far bene. Lavorava, si impegnava. E i tifosi si sono affezionati, è stato anche capitano. Già dalla prima settimana di allenamento si vedeva che avrebbe reagito bene, in partitella era il primo a metterci grinta, voglia. Segnava e dribblava. Calciava divinamente. Poi è arrivato il gol al Napoli...".

AFFARE INTER "Giocatore completo, davvero. Salta l'uomo, crea superiorità, ha piede, fa tutta la fascia avanti e indietro. E' migliorato anche nella fase difensiva. Tecnica, velocità, progressione, resistenza. Un giocatore vero, l'Inter ha fatto un grande affare. Dimostrerà tutta la sua forza". Punti deboli? "Forse di testa. Per il resto è un talento puro".

INSTANCABILE - "Siamo in ottimi rapporti - dice Reja - l'ho sentito a fine campionato, mi diceva che aveva la possibilità di andar via. Su di lui c'era anche il Napoli, ci confrontammo anche su questa possibilità". Non si risparmiava mai. Mi ricordo una trasferta a Novara, campo sintetico, molto difficile. Ogni 10' si girava verso la panchina per dirmi che non ce la faceva più. Era al 50% ma lo facevo giocare sempre". Irrinunciabile, instancabile. Sant'Antonio da Tor de' Cenci. Diventato Candreva grazie a quella tigna che lo portava ad "incazzarsi". "Er puzza". Grazie a quei tiri verso le "plafoniere della lampade".Grazie alla Lazio. E infine sì, grazie anche ad Edy Reja.

Fonte: (gianlucadimarzio.com)