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Relazione europea sui trasferimenti: emergono dati interessanti che…

L’associazione dei club europei (213 società dei 53 Paesi iscritti all’Uefa) ha chiesto a Ernesto Paolillo, già Ad dell’Inter e ora consulente dell’Eca e a Emanuele Grasso, partner di PricewaterhouseCoopers, di realizzare uno studio per...

Lorenzo Roca

L’associazione dei club europei (213 società dei 53 Paesi iscritti all’Uefa) ha chiesto a Ernesto Paolillo, già Ad dell’Inter e ora consulente dell’Eca e a Emanuele Grasso, partner di PricewaterhouseCoopers, di realizzare uno studio per capire gli orientamenti delle società nell’era del Financial Fairplay. Sono state prese in esame due stagioni: il 2011-2012 e il 2012-2013. In totale sono stati conclusi 14.322 trasferimenti da parte dei club continentali. Di questi, 9.511 sono rimasti all’interno dell’Uefa, 2.366 sono avvenuti in uscita verso Paesi non europei e 2.445 in entrata. E ancora 5.491 trasferimenti sono stati conclusi dalle società delle cinque principali Leghe europee: Inghilterra, Germania, Spagna, Francia e Italia. Dallo studio esce l’immagine di un calcio vivo e propositivo, ma che ha dato vita a un sistema non equilibrato, con alcuni punti di criticità, che danno l’occasione per tre tipi di osservazioni. La prima: il 73% dei trasferimenti avviene su giocatori liberi da contratto, dunque a costo zero. Soltanto il 13% dei trasferimenti è avvenuto per giocatori sotto contratto, mentre per il 14% si è ricorso ai prestiti.Questo ha provocato una doppia conseguenza: nel bilancio delle società, è diminuito il costo per l’acquisizione dei giocatori (dal 28% del 2007 al 22% del 2013), ma è aumentata la voce relativa agli stipendi, con un incremento dell’8,5% rispetto al 2007. Ora la voce legata agli ingaggi incide per il 65% sui bilanci delle società, mentre nel 2007 pesava per il 59%. Questa risulta essere la vera anomalia, che rende sempre difficile la vita delle società, soprattutto in tempi di fairplay finanziario.