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Repubblica – Allegri allontana il futuro. Si pensa al derby e si confida in Kakà …

Il mito di Silvio Mida, capace di trasformare ogni vigilia in oro, andrebbe riverificato: le ultime due visite di Berlusconi a Milanello, prima di Ajax e Roma, hanno infatti fruttato altrettanti pareggi. «Spero che il presidente ci venga a...

Francesco Parrone

Il mito di Silvio Mida, capace di trasformare ogni vigilia in oro, andrebbe riverificato: le ultime due visite di Berlusconi a Milanello, prima di Ajax e Roma, hanno infatti fruttato altrettanti pareggi. «Spero che il presidente ci venga a trovare», l’ha comunque invocato Allegri ieri, giornata in cui il datore di lavoro non si è visto. In attesa di sapere se la lacuna verrà colmata stamattina, l’approccio al primo derby di Barbara Berlusconi da vicepresidente e amministratore delegato è stato dunque quello classico, con la sola e non lieve differenza che ai temi tattici si intreccia la vicenda dell’allenatore pro tempore: c’è ancora più di mezza stagione da giocare, ma la notizia della scelta di Seedorf, anticipata tre mesi fa da Repubblica e rilanciata in settimana, accentua l’alone di precarietà che dall’inizio di questa tribolata annata avvolge Allegri. Il quale, stimolato dalla situazione e incurante delle voci sulle sue prossime destinazioni eventuali (Nazionale, Monaco, Psg), non si considera affatto uno che stia per lasciare il posto: ha un lavoro da sbrigare e sostiene che non esista modo migliore di una vittoria contro l’Inter per portarlo avanti. «Non parlo del mio futuro. Le notizie sul prossimo allenatore non devono disturbarci: dobbiamo essere un corpo unico, la squadra ed io. Questi non sono tre punti normali: pesano di più, anche in classifica». 

In effetti la montagna da scalare è piuttosto alta. «Ma soltanto dopo la sosta, quando recupereremo tutti gli infortunati, si vedrà il vero Milan». Quello che va in campo stasera al Meazza è l’ennesima copia, decimata dagli infortuni e dalla squalifica di Montolivo e zeppa di controfigure, anche se ci sono i due attori principali, Balotelli e Kakà, a formare il tandem più temuto da Mazzarri. A proposito del quale pare momentaneamente sospeso il noto duello tra livornesi che non si stanno molto simpatici. «Tra noi non è un derby, perché tra Livorno e San Vincenzo ci sono 60 chilometri». È l’unica piccola punzecchiatura di Allegri, che per il resto dice di temere l’abilità dell’Inter sui calci piazzati e sulle fasce. «Se giochiamo come contro la Roma, non facciamo risultato: troppi errori tecnici. Confido in Kakà, leader dentro e fuori, e in Balotelli: so che non ci deluderà». Mai il centravanti di moda - il nuovo contratto con la Puma durerà per tutta la vita - ha segnato contro l’Inter. Per aiutarlo Allegri dovrebbe adottare il modulo con Kakà trequartista e Matri prima punta. L’alternativa, basata su Saponara al posto di Matri, è indebolita dalla probabile assenza di Emanuelson, ancora malconcio per la maldestra uscita di Gabriel lunedì scorso.

Per qualcuno è stata l’ultima convocazione. «Siamo 30, dobbiamo scendere a 24-25 giocatori, con un massimo di 3 portieri. E i giovani devono giocare per maturare». Infatti Niang (a casa con l’influenza) va in prestito al Montpellier e anche Saponara, Cristante, Vergara e forse proprio il portiere Gabriel finiranno la stagione altrove. «Con i giovani servono equilibrio e pazienza, altrimenti si rischia di valutarli come campioni dopo una partita e come brocchi dopo quella successiva. Niang non è bocciato né rimandato: è semplicemente un ragazzo». Il contrario di Pazzini. «Per il girone di ritorno sarà importante». Ha l’aria di essere l’ultima occasione per Matri, a rischio prestito nel giro per arrivare al centrocampista necessario (Parolo, Hernanes, Nainggolan). «La società si sta muovendo bene sul mercato. A Babbo Natale bisogna credere».