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Repubblica: «Bergamo tabù, Mazzarri ha le sue colpe. Ad esempio…»

Lorenzo Roca

Bergamo stregata, nella città lombarda l’Inter non riesce proprio a passare, un autentico tabù come lo definisce la Repubblica di oggi: «I tabù sono duri a morire, se non ci si libera del proprio vissuto, delle proprie paure, gettando a...

Bergamo stregata, nella città lombarda l'Inter non riesce proprio a passare, un autentico tabù come lo definisce la Repubblica di oggi: «I tabù sono duri a morire, se non ci si libera del proprio vissuto, delle proprie paure, gettando a mare lacci e lacciuoli. L’Inter è ancora imbavagliata da se stessa, evidentemente, dal proprio passato o dal proprio presente non è ancora chiaro, ma certo sembra aver smarrito la brillantezza di fine estate. E a Bergamo, dove non vince da cinque anni e mezzo, trova solo un 1-1 che è una chiamata di correità un po’ per tutti: per giocatori come Guarin, che anche stavolta fa come il Cimabue di Carosello (fa una cosa e ne sbaglia due), o come Kovacic, che però gioca fuori ruolo perché non è certo una seconda punta, e forse anche per il tecnico Mazzarri, che presenta ancora una volta una squadra senza il necessario peso offensivo per poter ambire a qualcosa di più e di meglio dell’attuale classifica: gli ultimi 20’ con Icardi in campo aumentano i rimpianti, mentre l’Atalanta fa il suo e trova il pareggio che cercava, in emergenza com’era».