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Repubblica – Conte si gode lo spettacolo. Mazzarri mastica amaro e…

Francesco Parrone

Walter Mazzarri aveva solamente delusione da masticare. Prima di presentarsi ai microfoni, ha scosso a lungo la squadra negli spogliatoi, e le sue urla facevano tremare le budella dello Stadium. Antonio Conte, invece, era calmo, persino appagato....

Walter Mazzarri aveva solamente delusione da masticare. Prima di presentarsi ai microfoni, ha scosso a lungo la squadra negli spogliatoi, e le sue urla facevano tremare le budella dello Stadium. Antonio Conte, invece, era calmo, persino appagato. «La partita l’abbiamo preparata e giocata bene, ma se devo cercare il pelo nell’uovo è il gol che abbiamo subito e che dovevamo evitare. È per quello che poi io mi metto a fare il matto in panchina: basta una rete fortuita per rimettere tutto in gioco». Ma in gioco non si è mai rimesso niente: «Di gol ne abbiamo fatti tre e potevamo farne altri, ma a me interessa la prestazione e la prestazione mi ha fatto contento ». Ha persino riaccolto Vucinic, in attesa di soppesare l’ultimo colpo di mercato: «Osvaldo è stata un’opportunità, ha voluto fortissimamente la Juventus, si è ridotto di molto l’ingaggio. Con lui aumenta la qualità nel reparto offensivo, c’era necessità di risvegliare l’entusiasmo davanti, visto che quelli che stavano qui da un po’ di anni avevano bisogno di qualche stimolo e di concorrenza nuova».

Sbollita la rabbia, Mazzarri si è presentato quasi un’ora dopo il fischio finale. «Il primo gol ci può stare, lì un mio giocatore si è dimenticato di Lichtsteiner. Dispiace per come abbiamo preso gli altri due, perché fino a quel momento eravamo in partita e non avevamo concesso granché. Sapevo che il pressing feroce della Juve nei primi minuti sarebbe calato nel secondo tempo. Pirlo troppo libero? Quando è entrato Botta non mi è sembrato poi così libero. Prima, doveva uscire Kovacic e non lo ha fatto sempre. Però nella ripresa si poteva pareggiare, in certi finali succede di tutto. Ricordo che Palacio, sul 3-1, ha avuto due occasioni per riaprire la gara». E alla fine prende ad esempio proprio la Juve, cercando per l’Inter una soluzione: «Dobbiamo stare attenti anche noi al particolare, trovare quella cattiveria agonistica che loro hanno in certe situazioni. Quando il gioco si fa duro, la Juventus sa essere dura, ha segnato il secondo e il terzo gol con cattiveria e voglia. Dispiace perché noi alla fine abbiamo avuto un possesso palla quasi pari al loro». Prima che tutto cominciasse c’erano state le cosacce da copione, i cori di insulto e di sfottò («Thohir, ti hanno visto in piazza Duomo che vendevi souvenir») e soprattutto il sasso che ha infranto i vetri del pullman che stava portando i giocatori interisti allo Stadium per il lancio del quale sono stati immediatamente fermati dalle forze dell’ordine due tifosi juventini. I nerazzurri hanno avuto paura («Ma a me queste cose mettono carica», ha tentato di girarla Mazzarri) e Marotta ha subito chiesto scusa: «Gli atti vandalici vanno condannati. Dispiace, ma è anche vero che noi i sassi li collezioniamo una domenica sì e una no».