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La settimana della curva riaperta finisce con 90 minuti in silenzio e senza coreografia, conclusi da due “buu” razzisti. Mentre il resto dello stadio trascina l’Inter alla vittoria nel momento in cui la squadra di Mazzarri spinge con decisione, dal settore degli ultrà piove un ululato nei confronti di De Jong, ammonito per un fallo su Kovacic. Un comportamento che costringe lo speaker al solito appello dissuasivo. La scena si ripete in pieno recupero quando San Siro pensa solo a impazzire di gioia per lo splendido gol appena segnato da Palacio che sta regalando all’Inter il secondo derby di Natale della storia.
Invece dalla curva nord arrivano ululati per Muntari espulso. E dire che quel settore era stato graziato dalla Corte di giustizia federale che venerdì aveva sospeso la squalifica del giudice sportivo per i cori anti-napoletani al San Paolo. Ieri sera gli ultrà nerazzurri hanno sfruttato la loro presenza per solidarizzare con la curva del Milan, che non aveva potuto introdurre coreografia e striscioni per il divieto deciso in mattinata dalla Digos. La polizia ha reagito in questo modo al rifiuto dei capitifosi rossoneri di mostrare cos’avrebbero esposto durante la partita, una richiesta abituale da parte delle forze dell’ordine.
La Questura non ha gradito, al termine di giorni nei quali le due curve si erano coalizzate contro la squalifica del secondo anello verde, finendo per essere accontentate dalla decisione non ostile dei giudici d’appello della Figc. Gli ultrà milanisti si sono opposti perché irritati dalla perquisizione subita sabato sera nel corso della festa di Natale (stavolta non erano presenti giocatori e dirigenti del Milan complice la vigilia del derby). E anche la curva nerazzurra non ha srotolato la sua coreografia. Così striscioni e bandiere hanno colorato solo gli altri settori di San Siro. Le due curve hanno optato per uno sciopero del tifo, annullato nel finale dall’entusiasmo della maggior parte del pubblico. Gli ultrà nerazzurri non si sono mossi nemmeno al classico “chi non salta è un rossonero”. Ma gli ululati non si fermano mai.
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