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Da La Repubblica il commento sul pareggio di ieri tra Hellas Verona e Inter che allontana sempre di più i nerazzurri dal vertice: "Un pareggio bellissimo ma inutile. Lo spettacolare 3-3 del Bentegodi, reso ancora più romanzesco dalla pioggia battente sotto un cielo grigissimo, non serve al Verona sempre lontano dagli ultimi vagoni del treno salvezza. Ed è ancora più amaro per l’Inter che dilapida l’occasione di superare la Fiorentina al 3° posto, alla vigilia dello scontro diretto al Franchi. La squadra di Mancini – 2 vittorie nelle ultime 8 giornate, 9 gol subiti negli ultimi 360’ – apre un altro capitolo sulla sua capacità di complicarsi la vita di fronte a copioni semplici. In vantaggio dopo pochi minuti grazie al colpo di testa di Murillo, i nerazzurri concedono ai calciatori di Delneri una sequenza più unica che rara: tre gol di testa su calcio da fermo in 44 minuti (precisissime le traiettorie di Marrone). Prima Helander, poi Pisano e infine Ionita rendono piccini i colossi acquistati per dominare sulle palle alte. Fino alla rete di Alex nel derby era andata effettivamente così. Adesso succede l’opposto. «Abbiamo dormito: 4-5 calciatori avevano il cuscino dietro la testa», osserva impietosamente l’allenatore. Sono tante le cose che l’Inter non riesce più a fare. La confusione di Felipe Melo, riproposto dal primo minuto per preservare il diffidato Medel in vista della sfida d domenica prossima a Firenze, fotografa bene questo smarrimento: «Non finisce la partita», ha detto Mancini in panchina al vice Sylvinho dopo che l’ex Galatasaray aveva rimediato un’ammonizione e appariva molto nervoso anche con i compagni (emblematico un diverbio con Telles).
Il tecnico lo ha sostituito nell’intervallo spedendo in campo Perisic che ha cambiato volto alla squadra. Il croato ha servito a Icardi la palla del 3-2 e raccolto il cross di Palacio per il pareggio. A quel punto l’Inter ha tentato l’assalto, arrivando vicina al 4-3 con Icardi. Ma anche il Verona ha fatto tremare Handanovic con Gomez, Romulo e Gilberto. La squadra di Delneri (in serie positiva da cinque giornate) ha giocato con un’intensità lontanissima dalla rassegnazione che potrebbe avvolgere una formazione così distante dal quartultimo posto, sostenuta da un pubblico molto caldo. Umore opposto in casa nerazzurra: gli ultrà in trasferta, sul punteggio di 3-1, hanno iniziato a contestare e non si sono placati nemmeno dopo il pareggio. «Ma se vinciamo a Firenze siamo terzi», spiega Mancini cercando di tracciare una possibile via di uscita alla crisi iniziata prima di Natale: dal primato al 4° posto con un distacco di 11 punti dal Napoli. «Il discorso scudetto per noi è chiuso», ammette il tecnico che oggi non parteciperà all’incontro tra arbitri, allenatori e capitani a Roma (Inter rappresentata da Icardi, Ausilio e Romeo). «Mi hanno avvisato tre giorni fa…», spiega lo jesino spesso polemico con i direttori di gara. Ieri è stato Palacio a lasciare il campo furibondo per la mancata espulsione di Fares, autore di un fallo molto duro ai suoi danni: «Non ci fischiano mai nulla», protesta l’argentino. A fine primo tempo l’Inter si era lamentata per non aver potuto battere un angolo a causa della totale assenza di recupero. Ma ieri il vero problema era il panico seminato da ogni calcio piazzato battuto da Marrone. L’imbattibile difesa di inizio stagione sembra allo sbando. E l’Inter è sempre più priva di certezze".
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