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Repubblica – Dopo l’imbarcata di Torino è un’altra Inter. E Mazzarri dà …

Francesco Parrone

Per la disperazione di chi versa ancora tutto quel denaro per i diritti tv, da un paio di mesi nessuno osa più parlare di sfide per lo scudetto. Ormai il commento più opportuno alle immagini del torneino, quello dei lillipuziani che fanno il...

Per la disperazione di chi versa ancora tutto quel denaro per i diritti tv, da un paio di mesi nessuno osa più parlare di sfide per lo scudetto. Ormai il commento più opportuno alle immagini del torneino, quello dei lillipuziani che fanno il solletico alla Juve, sarebbe il Requiem in re minore del sommo Wolfango Amadeus, in ricordo della serie A che fu e di quei campionati che finivano all’ultima giornata o quasi. Conviene quindi disporsi con pazienza a cercare altrove brividi, o vaghi motivi d’interesse: tipo nella battaglia, finora non certo campale, per il quarto e quinto posto che regala l’Europa minore.

E a 11 turni dal termine un pezzo di Europa League 2014-2015 passa dal Bentegodi, con un Verona-Inter che ingolosisce la città: aria di tutto esaurito, dato che l’ultimo confronto risale a 12 anni fa (3-0 Inter) e l’ultima vittoria gialloblù al 1992. Andrea Mandorlini, interista doc, il più fedele clone di Carlo Mazzone per atteggiamenti e ferocia tattica, sembra non avvertire fascinazioni internazionali: «Abbiamo già vinto il nostro campionato conquistando la salvezza con grande anticipo». Ma all’Inter è diverso. L’Europa League è un passaggio obbligato nel percorso di rinascita e Mazzarri ci tiene assai ma figuriamoci se lo dice, anzi si trincera come sempre: «Meglio il quarto o il quinto posto? I bilanci si fanno alla fine. Non guardiamo mai gli altri. Abbiamo 33 punti a disposizione e cerchiamo di raccoglierne più che possiamo. Pensiamo piuttosto al Verona, di cui ho enorme rispetto: è pericoloso e gioca bene al calcio, poche settimane fa ha fermato la Juve». 

È un’Inter in crescita, 11 punti in 5 gare dopo l’imbarcata contro la solita Juve: «Avevamo commesso troppi errori difensivi, lo dissi e quella sfuriata è servita. Chi vuol giocare deve fare molta attenzione alla fase passiva. Sono intenzionato a confermare sempre la squadra che ha vinto». Ovviamente confermatissimo Palacio, 36 gol in 68 gare all’Inter, che ieri ha prolungato il contratto fino al 2016: «Sono felicissimo e spero di festeggiare a Verona», avverte don Rodrigo, per il quale Mazzarri ha parole carezzevoli: «È un attaccante moderno perché prima pensa alla squadra poi al gol». Ma un occhio al futuro Mazzarri lo dà eccome: «A giugno, quando sarà tutto chiaro, parleremo anche del mio contratto».