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Repubblica ed.Firenze – Dal campionato alla coppa sempre più Bernardeschi

Una serata facile. E a tratti anche bella. La Fiorentina azzera il dopolavoro bielorusso, ma la pochezza dell’avversario non toglie i meriti di una squadra segnata dal turn over. Partita dominata, un paio di occasioni clamorose concesse e poi...

Francesco Parrone

Una serata facile. E a tratti anche bella. La Fiorentina azzera il dopolavoro bielorusso, ma la pochezza dell’avversario non toglie i meriti di una squadra segnata dal turn over. Partita dominata, un paio di occasioni clamorose concesse e poi nessuna pietà. Si rivede perfino Ilicic. Ma, soprattutto, a tutti gli innamorati della Fiorentina si saranno illuminati gli occhi davanti a un ragazzo biondo chiamato Federico Bernardeschi.Tecnica e freddezza: l’attaccante di Montella ha messo in mostra il suo talento e un repertorio di alto livello, a cominciare da quella accelerazione sulla sinistra chiusa da un assist formidabile per Ilicic, che però, in quel caso, è inciampato sul pallone. Bello anche il gol, un sinistro preciso che racconta di un piede prezioso ma, soprattutto, di una formidabile lucidità. Ok, è giusto ricordare che la Dinamo Minsk è quello che è, ma Bernardeschi ha illuminato comunque un pezzo di futuro. E’ vero: le sue doti erano note, ma l’assist per Babacar a Torino e i due gol segnati in Europa spiegano che il ragazzo inizia ad essere decisivo. E’ chiaro: a vent’anni puoi fare i conti con una prevedibile incoerenza dovuta a una maturità che non può essere ancora tua. E poi è anche vero che esaltare un ragazzo può essere rischioso. Fatto sta che i giovani (Bernardeschi e Babacar) sono le notizie più belle di questo inizio autunno. Senza per questo togliere niente a una Fiorentina che lavora duro per rialzare la testa.

La prova con l’Inter ci racconterà molto, però non è da sottovalutare questo girone europeo guidato in scioltezza, perché prima i giocatori di Montella mettono al sicuro la qualificazione e prima la squadra può concentrare tutte le energie nel campionato, quello dove comunque dovrà partire una rincorsa. Naturalmente, non vanno dimenticate le ottime prestazioni di Ilicic (era l’ora), Pasqual e Tatarusanu. Perfino Lazzari è sembrato un altro rispetto ai nostri scoloriti ricordi. Preoccupa invece l’ennesimo infortunio, soprattutto perché Richards era uno dei pochi nuovi arrivi (i due ragazzi li consideriamo rientri alla base) che in qualche modo era riuscito a mettersi in mostra. La speranza è che il problema muscolare abbia un decorso breve. Infine una considerazione puramente emotiva: vedere una Fiorentina testarda e decisa a tenere sempre in pugno la partita, una squadra che piano piano ritrova le sue sicurezze è anche un bel modo per scacciare via quelle strane paranoie che hanno sporcato l’inizio di stagione. Certo, l’Inter, con tutti i suoi difetti, non è la Dinamo Minsk, ma intanto la Fiorentina c’è. E i suoi giovani la stanno aiutando a vivere il presente con meno ansie. I top player prima o poi torneranno: ma Baba e Berna fanno sul serio. C’è da scommetterci.