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Repubblica – Gli azionisti peseranno su gestione tecnica. E lo stadio sarà …

L’Inter a Walter Mazzarri. L’annuncio è arrivato ieri a inizio serata: l’ex tecnico del Napoli ha firmato un contratto biennale da 3,5 milioni a stagione. Ad Andrea Stramaccioni un ringraziamento «per il grande impegno profuso e la...

Francesco Parrone

L’Inter a Walter Mazzarri. L’annuncio è arrivato ieri a inizio serata: l’ex tecnico del Napoli ha firmato un contratto biennale da 3,5 milioni a stagione. Ad Andrea Stramaccioni un ringraziamento «per il grande impegno profuso e la professionalità dimostrata in questo anno particolarmente difficile». Nemmeno il comunicato ufficiale può nascondere il travaglio di Massimo Moratti, alle prese con l’esonero più sofferto della sua gestione perché deciso nei confronti di una persona alla quale si era affezionato moltissimo. «Ho scelto io Mazzarri – ha spiegato il presidente nerazzurro lasciando i suoi uffici – ho pensato che ci fosse bisogno di un allenatore con la sua esperienza perché affronteremo un anno difficile. Ma sono convinto che Stramaccionidiventerà uno dei migliori allenatori italiani».

Un allontanamento al quale non è estranea la volontà di proteggere il giovane tecnico romano: «Possono esserci anche ragioni di salvaguardia per consentirgli di ritrovarsi in una situazione più facile rispetto all’Inter». Fino a pochi giorni fa Moratti aveva continuato a illustrare a Stramaccioni gli scenari all’orizzonte: mercato estivo, nuovi soci, stadio di proprietà. E proprio questi aspetti sono l’altro fronte sul quale Moratti deve compiere scelte di portata storica per la sua famiglia: cosa fare della proprietà dell’Inter? L’imprenditore indonesiano Erick Thohir attende una risposta in una trattativa nella quale non è più in gioco solo la minoranza, ma il fatidico 51%. La questione per Moratti è più affettiva che manageriale.

Non è come dare il via libera alla cessione di quote della Saras ai russi della Rosneft. Lì sono affari, qui sono in ballo anche questioni di cuore. E nell’Inter entrano solo persone verso le quali scatta una scintilla di fiducia personale. Se succederà, questi contatti già ben avviati con l’Indonesia potranno portare a una vendita della quota di maggioranza, magari diluita in più passaggi, anche se Moratti smentisce: «Vendere l’Inter? Ma figuriamoci». I nuovi azionisti potranno avere voce in capitolo sulla gestione tecnica e societaria. La mancata qualificazione alla Champions League nelle ultime due stagioni può aver parzialmente diminuito il valore del club. Ma la possibilità concreta di costruire un impianto di proprietà in una città importantecome Milano – una pratica nella quale l’Inter è avanti a livello burocratico e progettuale, più indietro per la capacità di finanziamento – rende molto appetibile il club all’estero. Saranno gli investitori interessasti a fornire i fondi per realizzare l’opera.