L'edizione odierna del quotidiano la Repubblica propone una riflessione sui due centravanti di Inter e Juventus: Icardi e Higuain.
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Repubblica – Icardi e Higuain, tra similitudini e differenze. Il bianconero travolge, il nerazzurro….
L'edizione odierna del quotidiano la Repubblica propone una riflessione sui due centravanti di Inter e Juventus: Icardi e Higuain.
"Hanno quel modo di essere e di giocare che appartiene alla stirpe degli attaccanti dell’altro emisfero. E una delle poche cose che hanno in comune loro due è di essere argentini e molto centravanti, nel senso stretto del termine: attaccanti con il nove sulle spalle, l’area come recinto e il gol come unico orizzonte. [...] Per quanto entrambi grandi, grossi e votati alla specializzazione estrema, hanno maniere profondamente diverse di annusare il gol, di partecipare alla partita, di connettersi alla squadra, di consumare le emozioni, di esprimere le passioni e infine di vivere la vita. Non potrebbero giocare assieme e al tempo stesso non sono sovrapponibili: se hai Icardi devi ragionare in un modo e se hai Higuain in un altro, perché l’interista è quasi un prolungamento della squadra, non ne fa realmente parte, resta assente e poi castiga, non ha bisogno di una vera intesa con nessuno perché gli basta che il pallone in qualche modo gli arrivi, importa poco come e da dove, mentre lo juventino si muove di continuo e quindi deve muoversi di conseguenza anche chi gli sta attorno, va dove pensa che il compagno possa spedirgli il pallone, 'detta il passaggio', come si suol dire. Icardi morde, punge. Higuain sbrana, travolge. Uno è serpente, ape. L’altro tigre, bisonte. Uno ha sangue freddo, l’altro bollente. Uno non tradisce emozioni, l’altro le subisce. [...] Nazionale e carriera? Il nerazzurro ha giocato appena 8’ nel 2013 (il Pipita era infortunato, perciò il ct Sabella chiamò lui) e la sua carriera è stata quella di un uomo precoce, visto che a 15 anni era già al Barcellona, a 18 alla Samp, a 20 all’Inter, a 22 capitano. Higuain è cresciuto più canonicamente in una grande squadra argentina, il River Plate, sbarcando in Europa da giocatore già affermato e con una fama acclarata, benché appena diciannovenne", si legge sul quotidiano.
(Fonte: la Repubblica)
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