Di Mauro Icardi si sanno più che altro due cose, parlandone da centravanti. Che segna un sacco di gol, e che lavora poco o pochissimo per la squadra. A Marassi, nel recinto che fu la sua culla e quindi come una madeleine gli evoca sensazioni ancestrali, Maurito ha aggiornato i suoi record, ma uno in particolarerimarrà forse unico: ha segnato 4 gol nel 5-0 dell’ Inter sulla Samp, e d’accordo, ma toccando in tutto 14 palloni in 68 minuti. Una dozzina su azione manovrata: 6 tiri verso la porta, 5 passaggi e un pallone recuperato; gli altri due tocchi, a palla ferma, sono stati il destro su rigore per il 2-0 e il pallone messo in gioco per il calcio d’inizio della ripresa.
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Repubblica – Icardi è una sentenza: fa 4 gol giocando 14 palloni
Contro la Samp e il suo passato, l’argentino ha superato 100 reti in A. Una risposta al ct Sampaoli che lo ha ignorato per l’amichevole contro l’Italia
L’essenzialità fatta centravanti, dopo 10 settimane di digiuno (ultimo gol a Firenze, 5 gennaio): chissà che l’avvicinarsi del Mondiale, e l’essere uscito nel frattempo dalle convocazioni di Sampaoli, non abbiano motivato il risveglio. Che strano attaccante, che sconcertante giocatore, che curioso uomo è Maurito. Così alto e in certe movenze persino sgraziato, eppure a suo agio solo dentro l’area, dove segna gol spesso meravigliosi per tecnica e controllo del corpo: ieri ha aggiunto alla collana una perlina semi-maradoniana di tacco per il 3-0, e nessuno s’offenda, mentre un altro, oltre al rigore del 2-0 e a una ribattuta per il 4-0, è stato un destro volante incrociato che ha premiato il coraggio perché poi, colpito sporco, è rotolato verso il secondo palo per un felice rimbalzo a scavalcare. Secondo la Repubblica Icardi in area è una sentenza, a patto che gli arrivi il pallone. Quello invece accade statisticamente poche volte, soprattutto fuori area. I dati di ieri non sono esattamente un’inversione di tendenza, magari sono accentuati dalla stranezza della partita, che un’ Inter di nuovo in salute (innervata da Cancelo e Rafinha, oltre che dal redivivo Perisic) ha giocato quasi senza avversario, vista la sconcertante impalpabilità della Sampdoria, al suo minimo stagionale, fuori di testa e senza gambe.
Per svariati motivi, spesso imputabili a Maurito, il gioco lo sfiora o lo coinvolge molto meno di quanto accada ai suoi pariruolo, il che lo penalizza nelle scelte della nazionale, ma danneggia anche l’Inter: quando Icardi non segna è di fatto inutile, e la cosa si verifica in molte partite all’anno. Comunque a quei seccatori dei criticoni può esibire le supercifre aggiornate ieri: superati i 100 gol in A (ora 103, il più giovane a farcela dopo Meazza, Piola, Borel, Boniperti e Altafini) e toccati i 100 coppe comprese con l’ Inter, in 172 presenze. Forse le ha borbottate pure a Spalletti dopo la sostituzione, un “cinque” poi lo mano davanti alla bocca per dirgli qualcosa, Luciano non raccoglie o ridacchia tra sé, in fondo la sua frustata è servita: «Ci ha provocato un po’ dicendoci che non avevamo qualità, oggi un po’ s’è vista», ammette Maurito in un giorno finalmente sereno, in un teatro che per lui è unico: qui il suo primo gol in A, qui segnò già una volta quattro gol in un Samp-Pescara, qui nel 2014 divenne uomo quando alla prima volta da ex segnò due gol con tutto lo stadio contro (come ieri), qui si è ripreso l’ Inter, dopo tre mesi di letargo. Da un 5-0 (al Chievo, 3 dicembre) all’altro è stato un inverno spaventoso, ma forse stanno tornando. Anzi Spalletti ne è sicuro.
(Fonte: Andrea Sorrentino, la Repubblica 19/3/18)
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