ultimora

Repubblica: «Infront allunga le mani su alcuni club. Il rischio è…»

Altra interessantissima inchiesta di Repubblica sul colosso Infront, operata da Marco Mensurati e Giuliano Foschini. Questa volta nel lungo elenco di incarichi nel calcio italiano Infront sembra aver puntato anche a un nuovo ruolo: risollevare...

Lorenzo Roca

Altra interessantissima inchiesta di Repubblica sul colosso Infront, operata da Marco Mensurati e Giuliano Foschini. Questa volta nel lungo elenco di incarichi nel calcio italiano Infront sembra aver puntato anche a un nuovo ruolo: risollevare società in crisi. Si legge: «Il business è florido in serie B dove negli ultimi mesi ha firmato contratti commerciali così importanti con due squadre, il Bari e il Brescia, che di fatto hanno impedito alle società di fallire o di finire in mani poco “sicure”. I due casi sono diversi ma scorrono paralleli e sono interessanti proprio perché condividono alcuni aspetti e il metodo di intervento. Un primo punto di contatto con le due storie è il blasone: Bari e Brescia sono piazze importanti, molti tifosi, un buon numero di abbonamenti televisivi garantiti. Entrambe uscivano da una lunga presidenza, i Matarrese a Bari e Corioni al Brescia. Ed entrambe sembravano destinate a una fine ingloriosa. A Brescia le cose si sono risolte prima che portassero i libri in tribunale: la squadra l’ha comprata una società milanese, Profida Italia, di Rinaldo Sagramola, un passato recente da dirigente alla Sampdoria, con la benedizione dell’industriale Bonometti. Ma nella partita c’è anche Infront che da tempo, già ai tempi della presidenza Corioni, ha presentato un piano al Comune il nuovo stadio. Ma nel caso di Brescia l’aiuto non è stato soltanto di “know how”, come dice il dg di Infront Italy, Giuseppe Ciocchetti. La società ha infatti firmato un importante contratto di sponsorizzazione per i prossimi sei anni, del valore di una decina di milioni di euro. Cioè, almeno due anni di sopravvivenza garantita per la squadra. Un po’ quello che è accaduto a Bari, dove l’ex arbitro Gianluca Paparesta ha rilevato il Bari all’asta proprio grazie ai soldi di Infront e Media Partners & Silva. Paparesta compra il Bari per 4,8 milioni e si presenta dal notaio Francesco Petrera con in mano le garanzie di Infront e MpSilva. Resta la domanda centrale: perché Infront lo fa? «Accordi commerciali» dice Paparesta. «Fanno affari». Ma esiste anche un secondo punto: fare firmare accordi commerciali così importanti per il futuro delle società ai presidenti significa in qualche modo anche vincolarli, per esempio nei voti in Lega. Come farà un presidente che ha un contratto con Infront a votare per esempio per una società concorrente a Infront?».