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Repubblica – Inter alla prima prova di carattere. Mazzarri in ansia per il debutto…

Francesco Parrone

Dev’essere lo stress da esordio, o da primo giorno di scuola (anche se la maestra sta per andarsene e verrà sostituitada un’altra, venuta da mondi lontani), o da anno zero. E’ una vita che Walter Mazzarri attende questo giorno, e...

Dev’essere lo stress da esordio, o da primo giorno di scuola (anche se la maestra sta per andarsene e verrà sostituitada un’altra, venuta da mondi lontani), o da anno zero. E’ una vita che Walter Mazzarri attende questo giorno, e anche se oggi inizia il suo 10° campionato di A è come se fosse il 1°, perché è sulla panchina dei sogni. Così vorrebbe che tuttofosse perfetto, previsto e metabolizzato, che non si sia trascurato alcun dettaglio, nemmeno i rimbalzi del pallone che per loro natura sfuggono al controllo della scienza.

Da qui l’idea della rifinitura prima di Inter-Genoa a San Siro, non proprio un campo sconosciuto e peraltro già assaggiatouna settimana fa contro il Cittadella (con relativa rifinitura anche lì): «Il calcio non è una scienza esatta e volevo che fossimo pronti a gestire la velocità del pallone sul campo, i rimbalzi, la direzione e le traiettorie, che in avvio contro il Cittadella ci avevano tradito. Vogliamo conoscere meglio il nostro stadio». C’è da capirlo, Walterone. E’ in ansia per il debutto e per questa squadra per lui nuovissima, anche se è la stessa di un campionato fa: «Sono sereno e ho fiducia nei ragazzi, ma un po’ di apprensione ce l’ho: nell’ultimo mese ho imparato a conoscere i giocatori ma non so ancora finoa che punto, quali reazioni avranno in campo, se hanno recepito tutto... per imparare ci vuole tempo».

Ci vorrà l’aiuto del pubblico, cui il tecnico rivolge un invito: «Chiedo di sostenerci per 95 minuti. So che la gente viene meno allo stadio per colpa della crisi economica e non solo per un calo di entusiasmo. Ma chi verrà, ci inciti per tutta la gara. Poi, se non saremo piaciuti, ci fischino pure. Ma alla fine». E’ l’alba di un’avventura, l’anno zero: «Partiamo da zero, tutti insieme, società e giocatori».

Quanto ci vorrà per andare da 0 a 100? Quanti secondi, giorni, settimane? Walter non lo sa, ma ha fiducia nel suo lavoro: «Non faccio confronti con chi mi ha preceduto. Ma le mie squadre, dalla C2 in poi, hanno sempre avuto un’identitàprecisa e un equilibrio tattico, hanno sviluppato un calcio veloce e propositivo, anche bello da vedere. Il modulo è lo stesso di un anno fa? Ma tra un allenatore e l’altro ci sono differenze, anche quando giocano con lo stesso modulo. Io dico che il calcio d’agosto lascia il tempo che trova, mi è spesso accaduto che in estate prevedessero cose e io poi facessidi più. Aspettiamo il campo. A me non dispiacerebbe vedere l’Inter che ha affrontato la Juve a Miami: quel giorno ci fu equilibrio tra fase difensiva e offensiva».

In tema di grasse novità, oggi Cambiasso celebra la sua partita numero 400 nell’Inter e Milito ieri ha giocato 45’ con la Primavera, ma avrà bisogno di tempo per poter dare un contributo alla causa. Mai visto in nerazzurro invece Taider («Puòricoprire tutti e tre i ruoli del centrocampo»), che esordirà nella ripresa o dal 1’, perché è in ballottaggio con Kovacic mentre per Icardi, deludente contro il Cittadella e acciaccato, sembrano spalancarsi le porte della panchina.

Può essere l’ultima a San Siro per Moratti presidente: l’estenuante trattativa per la cessione del club a Thohir, anche se è partita tre mesi fa con gli stessi presupposti con cui si concluderà (70-75% delle quote all’indonesiano), pare destinata a chiudersi entro un paio di settimane. Ma intanto un’estate è andata, e per ora l’Inter non si è mossa di un passo. Sarà per questo che Walterone vuole prevedere persino i rimbalzi del pallone: questione di insicurezza.