00:08 min

ultimora

Repubblica – Inter, ci sono ancora dei limiti da superare. Scudetto possibile se…

Francesco Parrone

Contro la Juventus Icardi ha toccato solo 10 palloni, ma per l’ottava volta su 16 i nerazzurri non hanno subito gol

A Milano nevica, l’Inter è prima in classifica. Un tempo pleonastiche, le due affermazioni assurgono ora al rango di notizie, dopo tanti inverni del nostro scontento causati dal riscaldamento padano e dal raggelarsi delle ambizioni nerazzurre. Sotto una fitta nevicata, davanti alla tv l’Inter ha appreso che lo 0-0 di Torino era stato di quel platino che Spalletti sospettava fin da sabato, altrimenti non sarebbe stato così euforico: Napoli fermato al San Paolo, il sogno continua, i pettorali rimangono ipertrofici. Quelli dello sciamano di Montespertoli, figurarsi. Già nella pancia dello Stadium si era notata la soddisfazione, da certe frasi polemiche dette a modo suo: «Ora però decidetevi: prima dicevate che avevamo

solo culo, ora che siamo da scudetto», prima di proclamare: «Contro la Juve ci siamo dati dei limiti, sbagliando. Noi non abbiamo limiti, vedrete».

Ieri poi è arrivato il post su Instagram, più aggressivo del solito: «Vedo molti dispiaciuti per questa prima sconfitta che tarda ad arrivare come se pensassero che sia un incantesimo da spezzare per far diventare il cigno un brutto anatroccolo… Sappiano però che per adesso la fiaba è un’altra: è quella in cui sono i gufi a diventare colombe. Bravi ragazzi, grande prova e… fogne vuote anche questa settimana». È un’Inter che al ritorno avrà tutti gli scontri diretti in casa ed è d’acciaio in difesa, come hanno raccontato le trasferte di Napoli e Torino: 8 partite su 16 senza prendere gol, 11 reti subite meno dello scorso anno e 16 punti in più. Secondo la Repubblical’imbattibilità nelle prime 16 partite ricalca la prima Juve di Conte, 2011-2012, cui questa Inter vuole guardare (anche quella era reduce da un settimo posto, non giocava le coppe, aveva un allenatore nuovo che non aveva mai vinto uno scudetto) e le Inter di Mancini 2006-2007 e 2007-2008, tutte squadre poi campioni d’Italia, ma una striscia simile la ottennero anche la Roma di Garcia 2013-2014 e un’altra Inter del Mancio, quella 2004-2005 che però pareggiava sempre (4 vittorie e 12 pari). Ma la tenuta difensiva non è l’unica qualità di chi vuole vincere, poi bisognerebbe anche segnare, e la prova offensiva di Torino invece è stata deludentissima.

A parte l’assenza di veri tiri nello specchio (solo una citofonata di Candreva a Szczesny), colpisce il dato dei soli 10 palloni toccati da Icardi, il meno coinvolto dei giocatori in campo, mentre Handanovic è arrivato a quota 49: anche in Napoli-Inter di ottobre Maurito toccò 19 volte la palla, e Handanovic 50. Solo se riuscirà a innescare meglio Icardi nelle grandi partite, quindi se attaccherà di più, sarà un’Inter da scudetto, o se sarà meno dipendente da Maurito e Perisic, finora 23 gol su 33. Comunque Spalletti ha decine di motivi per essere felice. Non è un primato in classifica casuale o miracoloso come la neve che torna a imbiancare la città, né friabile come quello di due anni fa con Mancini. È cambiato il manico, ovvero la personalità di chi comanda. Altra storia, adesso. Nessuno abbandonerà la barca, men che meno il comandante.

(Fonte: Andrea Sorrentino, la Repubblica 11/12/17)