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Repubblica – Inter crudele contro un’Atalanta presuntuosa. E’ interismo assoluto

I nerazzurri affondano Gasperini in mezz'ora, San Siro applaude Pioli

Francesco Parrone

Dal quotidiano la Repubblica il commento sul 7-1 dell'Inter sull'Atalanta"E' stato come giocare con i bambini, diciamo a bubù settete. Gioco crudelissimo anche se formativo dal punto di vista didattico, con i fanciulli dell’Atalanta per nulla divertiti, piuttosto storditi sballottati e umiliati dal fortunale che si abbatte su di loro in 17 minuti, quelli che vanno dal 17’ al 34’ del primo tempo e che i vari Caldara, Kessie, Conti e Spinazzola, la meglio gioventù di Gasperini, ricorderanno come una lezione di vita, più che di calcio. Cinque gol ingoiati in quei 17 minuti, in un San Siro ribollente di sessantamila anime, più altri due nella ripresa, e fanno sette, la sorpresa del campionato è di nuovo tra noi comuni mortali.

L’Atalanta commette diversi errori di presunzione e vanagloria, si illude con un avvio persino arrogante per fluidità di gioco e occasioni, reclama anche un rigore (colossale) per tocco di braccio di D’Ambrosio dopo 12’, poi dimentica di difendere, dimentica che fino a ieri era la terza difesa del campionato e non per caso, così viene sepolta di botto da un’Inter assatanata, che MauritoIcardi decide di caricarsi sulle spalle. È suo il sensazionale scossone che indirizza la partita. Nei 9 minuti che vanno dal 17’ al 26’ questo formidabile centravanti provoca la punizione da cui nasce il suo primo gol, si procura e realizza, con scavetto, il rigore del 2-0, poi schiaccia in rete di testa il 3-0; a seguire i due gol di Banega sugli assist di Candreva, coi ragazzi di Gasp che cercano la mamma, ed è già finita. I gol di Freuler e quelli di Gagliardini e Banega nella ripresa sono per gli statistici.

Giornata di interismo assoluto, tutto è perfetto. Il contropiede, le idee, le prestazioni dei singoli, il sole che bacia lo stadio, la grande folla. Le triplette di Icardi e Banega, che portano a casa un pallone ciascuno. L’afflato del pubblico, strepitoso. L’insolenza di quello striscione di un anonimo a Buffon, che in settimana aveva attaccato l’Inter: “Buffon dacci le quote, pagliaccio”, e tutti approvano. I cori della curva per Stefano Pioli, e non è frequente che qui si inneggi così

a un allenatore, infatti il suo ciglio si inumidisce: «Mi sono emozionato», anche se si intuisce già sotto traccia qualche curiosa battaglia interna al club, nel curioso triangolo tra ultras, vecchia società e nuova società, perché si sa che c’è chi vedrebbe come il fumo negli occhi l’ingaggio di Antonio Conte. Rimane il fatto che il lavoro di Pioli fin qui è stato ottimo, tranne per quella strana serata contro la Roma, e rimane un altro fatto: il gruppo Suning si è mosso da tempo su altri allenatori per il futuro, e non è colpa di Pioli né di chi ne dà notizia, poi vedremo come finirà.

Quanto a Icardi, il giocatore più decisivo della A (20 gol e 8 assist), si è appreso che il ct argentino Bauza non lo convoca perché davanti a lui vede non solo Pratto (Pratto!) ma anche Alario (Alario!). O l’Argentina ha i più forti attaccanti del mondo e solo noi non l’abbiamo capito, o c’è sotto qualcosa di strano, qualcosa di medievale che impedisce a Icardi di essere convocato, qualcosa che ha a che fare con la storia di Wanda e Maxi Lopez. Si propende tutti per la seconda ipotesi: di appassionati di Medioevo, in fondo, ce ne sono ancora parecchi in giro".

(Fonte: Andrea Sorrentino, la Repubblica 13/03/17)

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