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Repubblica – Inter da incubi, il Parma rinasce. Mazzarri torna a preoccuparsi…

Francesco Parrone

La caduta contro l’ultima in classifica non è neppure una novità per questa Inter singhiozzante, un giorno in linea di galleggiamento e il giorno dopo in apnea, ora pugnace e il momento dopo friabile e tenerella, quasi mai in controllo delle...

La caduta contro l’ultima in classifica non è neppure una novità per questa Inter singhiozzante, un giorno in linea di galleggiamento e il giorno dopo in apnea, ora pugnace e il momento dopo friabile e tenerella, quasi mai in controllo delle proprie emozioni e sempre con le energie al lumicino per via dei troppi infortuni. Il crollo al cospetto della maglia nera era capitato anche col Cagliari e quella di Parma, con doppietta di Paolo De Ceglie da Aosta, in prestito dalla Juventus, a tempo perso anche dj per beneficenza in favore dei bambini autistici, è la terza sconfitta stagionale, grave come le altre, arrivata senza mai trovare una conclusione nello specchio della porta, sempre alla rincorsa del risultato e del bandolo. E se l’alibi può essere quello delle sette assenze, alcune delle quali importantissime come quelle di Osvaldo e di tre esterni, non si può dimenticare che il Parma ne lamenta di altrettanto pesanti. Così, dopo tre partite ufficiali senza incassare gol, Mazzarri deve tornare a preoccuparsi della tenuta difensiva (12 reti subite in 10 partite) mentre Donadoni arpiona la prima vittoria in casa e respira un po’. Rimane sott’acqua invece il buon Walterone, cui la sconfitta porterà altre ventate gelide e ulteriori dubbi sul suo futuro.

Al momento non ci sono notizie di esoneri imminenti, perché il club vuole ancora attendere, ma è chiaro che tresconfitte in 10 partite non sono un viatico per la serenità. Del resto non c’è niente di meglio per l’ultima in classifica, reduce da sei sconfitte consecutive, che passare in vantaggio subito contro il grande avversario. L’1-0 al 5’ è un balsamo per l’anima nuda del Parma, che piomba sulla partita con la discesa di Rispoli e il bel cross arcuato sul primo palo che manda in confusione mezza Inter: Handanovic ritarda l’uscita, Vidic si esibisce nella solita spizzata-liscio che sta diventando un genere letterario (ne fa almeno una a partita) e a centro area Obi perde De Ceglie, che irrompe e segna. A frittata sfrigolante in padella, l’Inter è costretta così a giocare la gara che non avrebbe mai voluto, muovendo il pallone contro dieci avversari schierati e ora di colpo ritemprati dagli eventi, ancora esitanti in qualche disimpegno a denotare l’ansia latente ma anche più vigorosi nei tackle, più ottimisti. 

L’Inter non ha certo nella fluidità della manovra il suo pregio principale, né potrebbe essere altrimenti: il 3-5-2 con un mediano alla Medel in mezzo, e non un regista di costruzione, è per forza una coperta corta in avvio di manovra, inoltre l’assenza iniziale di Hernanes (al suo posto un Kuzmanovic al solito lentissimo) toglie imprevedibilità. Così il possesso palla è enorme, ma sterile, a parte un colpo di testa di Obi al 18’ (cross di Dodò) su cui salva Lucarelli anche se il Parma in quel momento è in 10 perché Coda si è infortunato. Il Parma si limita a contenere e per lo più aspetta che l’Inter si stanchi del suo stesso girovagare. Nella ripresa ecco Hernanes per Obi e un 4-4-2 d’emergenza con Ranocchia e Kuzmanovic esterni: la vivacità del Profeta porta qualcosa, ma tutto si arena sul solito grave errore sotto porta di Palacio al 23’ (sinistro in curva) e su un palo esterno di Kovacic al 24’. Nient’altro. 

Il 2-0 arriva invece in una strana mischia, con tiro moscio di Cassano dal limite e respinta altrettanto moscia di Medel, proprio sul piede di De Ceglie che raddoppia. Con la Juve Primaverauna volta segnò tre gol all’Inter in una sola partita, ma questa doppietta vale assai di più. L’Inter chiude con Bonazzoli (classe 1997) e Camara (1996) in campo, affinché la resa sia completa.