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Il fenomeno preso in esame da Repubblica sulla discrepanza dei dati relativi alle presenze allo stadio Giuseppe Meazza di Milano è oggetto di una lunga inchiesta sull'odierna edizione del quotidiano. Un fenomeno curioso che vede, in piena crisi economica, molti che rinunciano a uno spettacolo già pagato oppure che, pur di avere il posto sicuro nei pochi appuntamenti da tutto esaurito ignorano gli altri. Repubblica spiega: «L’offerta televisiva, il calendario spezzatino, gli spostamenti da altre città o regioni, la scomodità, il disagio climatico di una partita seguita dal vivo: tutte le cause plausibili non bastano a motivare una diserzione tanto massiccia. Il Meazza è tra l’altro, per comfort e logistica, fra i migliori impianti europei e dalla scorsa stagione si può raggiungere in metropolitana. Se non tutte le assenze possono perciò essere ricondotte a pigrizia o snobismo, il mistero si fa più intricato. Milan e Inter affidano rassicuranti cifre (paganti più abbonati) alla Lega e trasmettono quelle vere soltanto alla questura. La differenza tra realtà e mondo virtuale è visibile a occhio nudo. È imbarazzante ammettere che il pubblico di San Siro ha spesso numeri da provinciale. Non si può mentire alla Siae: abbonamenti e biglietti venduti vengono registrati e ogni introito da stadio è fiscalmente tracciabile. I responsabili del marketing di alcuni club di serie A, interpellati, ritengono semmai verosimile che un certo numero di abbonamenti, acquistati da aziende e sponsor, venga sfruttato solo per le partite di cartello e resti inutilizzato per le altre. Le presenze allo stadio non incidono sull’assegnazione dei diritti televisivi, ripartiti per il 25% in base al numero dei tifosi censiti e per il 5% in base alle dimensioni della città».
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