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Repubblica – Inter, il senso di Spalletti per le rivincite. La gente di Roma lo considera…

Gianni Pampinella

Stasera l'allenatore nerazzurro torna in quella che è stata per molti anni la sua casa

Quella tra Roma e Inter non può mai essere una partita come tutte le altre per Luciano Spalletti. L'allenatore nerazzurro ha trascorso molti anni nella Capitale, un'avventura finita tra le polemiche perché considerato l'artefice dell'addio di Francesco Totti. "Allineare i pensieri con rigore tattico, non farsi assalire dalla tentazione della nostalgia o di qualche rappresaglia, pensare nerazzurro, non pensare al numero 10", si legge su Repubblica. "E soprattutto, mordersi la lingua, e sorridere, anche a denti stretti. Quando sbarca a Roma Luciano Spalletti avverte sensazioni discordanti, e si dovrebbe stare nella sua testa per apprezzare il frastuono dei pensieri, anzi forse meglio di no, che già a volte i discorsi sono torrenziali e inafferrabili, figurarsi i sobbalzi dell’anima. È stata la sua città, l’ha amata e vissuta tutta, l’ha lasciata da reietto perché la gente lo considerò l’artefice dell’addio di Totti. C’era chi lo apostrofava ai semafori o lo insultava per strada, non era più vita, anche se quel lavoro da cattivo della favola altri gli avevano chiesto di farlo, lui al massimo si era detto d’accordo, e in fondo non era un’assurdità accompagnare all’uscita un calciatore di quasi 41 anni, ma Roma è Totti e Totti è Roma, chi si mette in mezzo finisce trinciato e amen. Stasera gli interessa solo vincere, e dare dispiaceri ai suoi nemici. A Roma ne ha un mucchio, e tutti orgogliosi di esserlo".

(Repubblica)