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Repubblica: «Inter, l’unico momento in cui la tigre diventa gattone è…»

I nerazzurri vincono a Udine trascinati da un Cambiasso in formato tempi d’oro ma tutti fanno la loro parte correndo coi ritmi giusti, aggredendo gli spazi e chiudendo l’avversario nel suo angolo. La Repubblica ripercorre la partita: «I...

Lorenzo Roca

I nerazzurri vincono a Udine trascinati da un Cambiasso in formato tempi d'oro ma tutti fanno la loro parte correndo coi ritmi giusti, aggredendo gli spazi e chiudendo l’avversario nel suo angolo. La Repubblica ripercorre la partita: «I tappi cominciano a saltare al 20’ e da lì inizia la grandine: Nagatomo sull’esterno rete poi ecco la consueta sentenza di Palacio, che spunta con la sua testolina da atleta normodotato in un’area di omaccioni su punizione di Taider e accarezza di testa in rete. È ancora da calcio piazzato che arriva il raddoppio al 29’, ma qui c’è la grave responsabilità di Brkic che esce a vuoto sul corner di Danilo che perde Ranocchia, ma l’azzurro arpiona a meraviglia il destro al volo e addio Udinese, la partita è già in ghiaccio. Un errore di Samuel, che poco prima ha chiesto il cambio, provoca l’unica occasione friulana al 36’, ma Muriel spreca con un sinistraccio assurdo, e una palla persa da Guarin concede l’unico tiro in porta a Di Natale: ma Handanovic è felino come gli altri compagni nella deviazione, all’inizio di una ripresa (2’) in cui l’Inter concede più campo perchè il più è fatto, poi sa come colpire in contropiede e il palo di Guarin al 16’ ne è la prova. I ventenni di Guidolin provano a inzaccherare la tela interista ma non è proprio cosa, arriverà infatti il 3-0 di Alvarez a tempo scaduto su assist di don Rodrigo Palacio poco dopo l’unica fesseria davvero pesante, e la combina Juan Jesus facendosi ammonire, da diffidato, al 90’, per non voler calciare una punizione a metà campo. L’unico momento in cui la tigre si è sentita un gattone».