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Repubblica – Inter umiliata da una Juve non tirata al massimo. E’ una mattanza…

Francesco Parrone

Per una quindicina di minuti l’Inter è stata all’altezza della Juve, le ha messo addosso qualche brivido, ha persino provato a chiuderla nella sua area. Ma era l’ultima quindicina di una partita che aveva già raccontato la sua storia:...

Per una quindicina di minuti l’Inter è stata all’altezza della Juve, le ha messo addosso qualche brivido, ha persino provato a chiuderla nella sua area. Ma era l’ultima quindicina di una partita che aveva già raccontato la sua storia: prima di appisolarsi dopo aver segnato tre gol, i campioni d’Italia hanno dato una bella ripassata agli odiati rivali (non li si può definire avversari, men che meno concorrenti) arrivando al vantaggio massimo di questo campionato, +9 sulla Roma (che ha una partita in meno), dimostrando che il pareggio con la Lazio non ha fatto tendenza e che un quarto d’ora di relax ce lo si può anche godere. In certi momenti la superiorità della Juventus è stata umiliante, per l’Inter, pietosamente costretta ad affannarsi per proteggere i gol di svantaggio, quasi rassegnata a praticare uno sport diverso da quello degli altri.  Eppure i bianconeri non sono neanche stati al livello più alto delle loro possibilità e alcuni dei più forti (Pogba, Vidal, Tevez) hanno giocato partite poco più che banali, incidendo solamente a risultato acquisito. La fotografia della differenze ha però un effetto drammatico. La Juve ha vinto facilmente (o direttamente dominato, tipo Asamoah con Jonathan) ogni confronto diretto. Ha persino rispolverato alcuni schemi del primo anno contiano, quelli che l’allenatore ha progressivamente riposto in soffitta perché, con il tempo, gli avversari hanno cominciato a conoscerli, imparando la maniera di neutralizzarli. Non però l’Inter, evidentemente: è rimasta imbambolata a osservare la replica di un vecchio classico (taglio di Lichtsteiner a dettare il lancio di Pirlo) che mezza difesa, e in particolare Kovacic, ha ammirato a bocca aperta, con lo stupore della prima volta. Lo svizzero ha segnato di testa, ma la partita aveva preso una direzione fin dal primo istante, fin dalla prima azione (doppia paratona di Handanovic su Tevez), forse fin dal primo giorno di quest’ultimo triennio: non c’è stata sfida, nemmeno un accenno di confronto.

La Juve ha giocato a suo totale piacimento, ora puntando su un comodissimo possesso palla, mai minacciato da alcun tipo di pressing, ora giocando sugli inserimenti delle mezzali oppure tamburellando sulle fasce. È andata a fiammate, accelerando o rallentando a seconda delle esigenze, o magari solamente per sfizio: delle volte è sembrata la squadra ruggente e ringhiante di due anni fa, delle altre ha giocato come il gatto il topo, con i topolini nerazzurri che correvano poco e per lo più a vuoto. La Juve ha vinto l’undicesima partita consecutiva in casa, confermando la media di tre gol a partita che tiene da settembre: si è capito subito che non sarebbe stata l’Inter ad abbassarla malgrado una prestazione prettamente difensiva che sarebbe più corretto, in totale assenza di coraggio e di spirito di iniziativa, definire passiva. La formazione di Mazzarri ha portato una sola minaccia, al 40’, quando Bonucci ha perso un pallone a centrocampo spalancando un contropiede che Kovacic ha condotto bene e Palacio finalizzato malissimo. Prima e dopo è stata una mattanza, al punto che il primo tiro in porta dell’Inter è stato il gol di Rolando segnato in una mischia originata dal primo corner per i nerazzurri, ed era già passata un’ora abbondante. Nel frattempo, però, ogni accelerazione juventina ha squarciato l’Inter come una parete di carta di riso (d’altronde il capitano era il giapponese Nagatomo). Il 2-0 di Chiellini (di destro!) ha risolto una situazione di affollamento in area in cui gli interisti lisciavano il pallone e gli juventini lo rispedivano verso Handanovic, il 3-0 di Vidal è addirittura nato da una rimessa laterale, situazione nella quale nessuna squadra con una soglia d’attenzione minima finirebbe per correre un pericolo. Tranne l’Inter.