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Repubblica – InterDipendeza da Maurito: se non segna non si vince

Dalle colonne di Repubblica il focus sulla "dipendenza nerazzurra" da Icardi. Quando segna il centravanti argentino per l'Inter sono punti

Giovanni Montopoli

Con i suoi 6 gol e 2 assist, Mauro Icardi conferma non solo il suo splendido stato di forma (che ha contribuito ad arrivare al meritato rinnovo di contratto) ma fa emergere un dato che se da un lato esalta i nerazzurri, di contro lascia aperto qualche dubbio. Quando segna Icardi l'Inter mette in cassa punti, l'attaccante è diventato prezioso anche in fase di supporto ai compagni ma c'è bisogno che in attacco arrivino contributi maggiori da parte dei partner dell'argentino. Questo il quadro presentato da Repubblica: "Finora è stata una dipendenza assoluta, e come tutte le dipendenze è una dannazione, ovvero qualcosa che non fa bene. L’Inter riparte dal Cagliari con un ciclo di cinque partite, prima della sosta e del derby, che in teoria sarebbero abbordabili perché contro avversarie dalla classifica peggiore (le altre saranno Atalanta, Toro, Samp e Crotone), ma deve diventare una squadra più equilibrata in difesa e con maggiori variazioni in attacco, perché finora ha fatto tutto, ma proprio tutto Mauro Icardi, fresco di meritato rinnovo dell’ingaggio. I suoi 6 gol (su 9 totali) segnati a Palermo, Pescara, Juventus ed Empoli hanno fruttato finora 8 punti su 11. Se aggiungiamo anche lo strepitoso assist per il 2-1 di Perisic alla Juve, scopriamo che quasi tutti i punti in classifica dell’Inter sono arrivati grazie a Maurito (che ha pure servito un assist a Banega per il provvisorio 1-1 di Roma, poi vanificato dall’autogol dell’1-2 dello stesso Icardi)".

SE NON SEGNA NON SI VINCE - "E se anche con Maurito in campo l’Inter ha perso (contro Chievo e Roma), di sicuro se lui non segna non si vince, mai. Brutto affare, segno di una squadra che fatica a essere squadra e infatti ancora non lo è. Come testimoniano altre cifre: le 4 sconfitte in 9 gare ufficiali, il settimo posto in classifica, il nono attacco della A nonostante Icardi, gli 8 gol incassati in 7 partite (e 13 in 9 gare, Europa League compresa) che rendono l’Inter la settima difesa del torneo e che la relegano a -7 dalla Juve capolista prima di questo turno ma anche con +7 sull’Empoli penultimo, insomma stessa distanza dal paradiso e dall’inferno. È un’Inter ancora in cerca di se stessa, che in casa ha vinto solo una volta (Juventus) su tre esibizioni e da oggi deve cambiare passo, assolutamente. A Frank De Boer l’ingrato compito di impartire le lezioni del caso, dopo le solite due settimane di diaspora dei nazionali e dopo giorni di parole e proclami in ogni direzione. Ma ora si va in campo e qualcosa dovrà accadere per forza, altrimenti saranno dolori. A De Boer, oltre 800 gare da (grande) calciatore professionista e 271 panchine finora, ma di cui solo 9 in Italia, hanno dato la bicicletta con enorme ritardo, solo il 9 agosto scorso, ma ora deve pedalare, e in fretta: il tempo passa".