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Il giornalista deLa Repubblica Andrea Sorrentino, ha analizzato così la prima uscita dell'anno dell'Inter si Andrea Stramaccioni.
"Se Jonathan non è un gabbiano, ma neppure un brasiliano (a giudicare dai piedi che ha). Se Cambiasso non è un difensore, ma gioca al centro della difesa mentre Silvestre va in panchina. Se Palacio scivola e non vede più la porta. Se sulla spalla hai una scimmietta dispettosa, che ti illude e poi ti beffa assegnando i doni della buona sorte a chi li merita meno. Se non segni in trasferta dall’11 novembre. Se incontri Muriel-Di Natale in fregola, perché è la loro prima uscita stagionale dal 1’. Se ti mancano 11 giocatori, 9 infortunati (in extremis anche Milito) più Ranocchia squalificato e Sneijder aventiniano. Se, se, se. Se l’Inter fosse quella di tre mesi fa, non staremmo a raccontarne il quarto rovescio consecutivo in trasferta, il sesto nel girone d’andata, uno 0- 3 a Udine che è eccessivo nelle proporzioni, ma di solito vince le partite chi i gol li segna.
La prima sconfitta del 2013 (l’Inter non perdeva la prima dell’anno dal 1999) non allontana il vertice della classifica ma intanto Stramaccioni reagisce rabbioso: «Credo moltissimo nei miei giocatori, la sconfitta è immeritata. E nel primo tempo c’era rigore per noi ed espulsione di Domizzi». D’accordo, l’arbitro: anche se il contatto tra Domizzi e Palacio al 25’ pt sembra veniale, e poi Palacio era partito in fuorigioco. D’accordo, la sfortuna: tra il 5’ e il 18’ della ripresa l’Inter va tre volte a un passo dal vantaggio, sulla prima Jonathan sbaglia a porta vuota da 6 metri e non capisci ancora come abbia fatto, sulla seconda e sulla terza Brkic vigila su Palacio e Guarin. D’accordo su tutto, anche sul fatto che l’Inter del secondo tempo giochi meglio e fino al 18’, appunto, meriterebbe il successo. Ma ancora una volta è la durata e l’intensità del massimo sforzo, a far difetto e a preoccupare, perché qui bisogna chiarirsi: se l’Inter punta almeno alla Champions, allora 20 minuti di buon calcio a partita non possono bastare, perché contro l’Udinese le cadenze del primo tempo sono troppo compassate; se punta a qualcosa di meno, allora cambiano le prospettive.
I friulani giocano una gara di attesa e di ricerca dell’imbucata in profondità per Di Natale o Muriel, e capisci che solo così potranno andare in porta (a parte una traversa su punizione di Totò al 27’ pt, mentre l’unica produzione offensiva dell’Inter è un tiro di Gargano deviato da Brkic), e infatti è così che ci vanno, pochi secondi dopo che Palacio ha sbagliato l’1-0: lancio scucchiaiato di Lazzari che taglia fuori Samuel, Di Natale controlla e stanga il destro incrociato prima che arrivi Cambiasso, con Handanovic sorpreso. È il 19’, un minuto dopo Juan Jesus viene espulso per doppia ammonizione e si fa notte, perché Muriel raddoppia e Di Natale triplica, tutto nel giro di 4’, con Cambiasso sempre in ritardo sottomisura. Solo sul 3-0 entra Silvestre, forse perché Strama teme l’imbarcata.
Mah. Intanto nelle ultime 8 gare l’Inter ha conquistato 8 punti, media da retrocessione. E chiude il girone d’andata a 35 punti, come un anno fa, anche se all’epoca il primo posto distava 6 punti. Urgono correzioni di rotta radicali: recuperare gli infortunati;risolvere il grottesco caso-Sneijder; acquistare almeno due giocatori che cambino il corso delle cose. Altrimenti l’inverno non finirà mai".
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