C'è un fascicolo aperto sul tavolo della Figc, volto a indagare possibili violazioni del Codice di giustizia sportiva che riguardano le "manovre stipendi". Scrive Matteo Pinci di Repubblica a proposito di ciò che deve temere la Juventus: "Stipendi risparmiati per il bilancio in chiusura, ma poi spalmati su quelli successivi. Accordi frutto di scritture private firmate in momenti diversi. Soprattutto la seconda manovra rischia di inguaiare i 16 calciatori che l'hanno firmata. Perché quella contiene le cosiddette "side letter", scritture non depositabili perché non prevista nei moduli federali la possibilità di pagare incondizionatamente gli stipendi a cui i giocatori avevano solo formalmente rinunciato. Una violazione che può stare alla Juventus fino a tre volte l'intero ammontare della somma. Che, solo per quanto riguarda la seconda manovra, ammonta a oltre 50 milioni di euro".
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Repubblica: “Manovre stipendi, 1 mese di squalifica anche a giocatori non della Juve: ecco chi”
Rischiano i giocatori, anche quelli non della Juve
—Il Codice di giustizia sportiva punisce "i tesserati che pattuiscono con la società o percepiscono compensi, premi o indennità in violazione delle norme federali". Per loro, "almeno un mese di qualifica". A questo punto a preoccuparsi sono principalmente i calciatori. E paradossalmente nemmeno solo quelli della Juventus. Chi rischia, quindi? Ronaldo crede di essere tranquillo perché la famosa cartaRonaldo non l'ha firmata. Come lui anche Bentancur, Kulusevski, Demiral, Chiesa, Danilo e Alex Sandro non avrebbero firmato le scritture private. Rischierebbe chi invece le ha firmate. Il primo nome che salta all'occhio è quello di Paulo Dybala, proprio perché ora è alla Roma. Ci sono anche Rabiot e Szczesny, Bonucci e Cuadrado, Arthur, McKennie e Bernardeschi. Repubblica cita infine anche uno dei club amici della Juve: "L'indagine va avanti. E anche altre "side letter" potrebbero imbarazzare alcuni club. Ad esempio, quella con il presidente dell'Atalanta Percassi per "obblighi non federali" nell'affare Romero".
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