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Repubblica – Kondogbia voluto da tutti, anche da Moratti. Adesso gli altri obiettivi…

Francesco Parrone

L’ha preteso Roberto Mancini, talmente stizzito nei giorni scorsi da aver accarezzato l’idea di andarsene, se non l’avessero alfine accontentato. L’hanno perfezionato il dg Marco Fassone e il ds Piero Ausilio, con il blitz a Montecarlo...

L'ha preteso Roberto Mancini, talmente stizzito nei giorni scorsi da aver accarezzato l’idea di andarsene, se non l’avessero alfine accontentato. L’hanno perfezionato il dg Marco Fassone e il ds Piero Ausilio, con il blitz a Montecarlo per incenerire il Milan. L’ha sottoscritto Erick Thohir, che è il padrone della borsa. Ma il gran colpo di Geoffrey Kondogbia, costato all’Inter 40 milioni (più 5 all’anno per quattro stagioni al giocatore), ha avuto anche il necessario avallo di Massimo Moratti, che dunque partecipa e ancora parteciperà alla grandescommessa interista. Già, perché nello statuto del club in vigore dal novembre 2013, tra le varie clausole ce n’è una che riguarda gli acquisti sopra i 20 milioni e gli ingaggi da 10 milioni lordi in su: su quelli Thohir non può decidere da solo, ma ha bisogno del placet della maggioranza qualificata del Cda, in cui Moratti “pesa” con 3 consiglieri su 8. Infatti in settimana l’ex proprietario ha dato il suo assenso e la trattativa è andata avanti fino alla chiusura. 

È stato un esborso pesante, ma l’estate interista vivrà di questi strappi perché ormai la grande scommessa è partita. Consiste nell’investire pesantemente in questa sessione di mercato e in una stagione in cui la mancata partecipazione alle coppe permette al club di non finire sotto osservazione dell’Uefa (anche se all’Inter avrebbe fatto assai piacere sostituire la Samp in Europa League, anzi le ha tentate tutte), per arraffare la qualificazione alla Champions League2016-2017 e così rilanciarsi anche finanziariamente. Altri acquisti infatti pretende Mancini: serve almeno un esterno d’attacco se non due, e i nomi di Salah (è il numero uno nella lista di Mancini), Perisic e Cuadrado sono i più caldi. Poi serve un regista, e qui il nome di Thiago Motta è il preferito (in alternativa Felipe Melo): ora che nello spogliatoio non ci sono più i giocatori per i quali decise di andarsene tre anni fa, Thiago sarebbe felice di tornare. Poi però bisognerà anche cedere, perché nel prossimo bilancio il club avrà ancora un passivo di 80 milioni, anche se quasi 20 già rientreranno grazie ai bonus per le cessioni di Alvarez, Mbaye e Duncan: Kovacic (verso il Liverpool), Hernanes e Handanovic (se arrivassero offerte) sono nella lista dei cedibilissimi, come pure anche Andrea Ranocchia, il capitano dell’ultima disgraziata stagione, ma anche Xherdan Shaqiri, se ci fossero amatori in giro.

Quella del Mancio vuole essere una rivoluzione. La nuova Inter che sogna l’allenatore sarà fedele al motto olimpico: citius, altius, fortius.Una squadra più veloce, ma soprattutto più alta e più forte, grande e grossa, più pesante e muscolosa, che incuta timore fisico. Ecco perché serviva uno Yaya Touré, e alla fine arriva Kondogbia, 188 centimetri. Ecco spiegato l’acquisto di Miranda, 186 centimetri, e quello di Zukanovic (188 centimetri anche lui), o le trattative per Perisic e Thiago Motta, entrambi a lambire il metro e novanta. Poi sarà 4-3-3 o 4-2-3-1 a seconda dei momenti, ma per il Mancio è fondamentale avere un forte impatto atletico sugli avversari. Magari con Thiago Motta davanti alla difesa e Guarin (o Brozovic) e Kondogbia ai fianchi, la difesa conalcentro labenassortita coppia Miranda-Murillo, l’attacco con Icardi assistito da Palacio-Perisic o Salah-Palacio, che non sarebbe affatto male. Certo, di italiani rimarrebbe il solo Santon, ma questo è un altro (vecchio) discorso.